Toro, per Laurienté è duello con il Sassuolo

I neroverdi si avvicinano a 10 milioni, i granata rispondono, ma solo Vagnati ha l'ok dell'ala
Toro, per Laurienté è duello con il Sassuolo

SEEKIRCHEN (AUSTRIA) - Ciak. Interno, cucina, primo piano sui fornelli. Una pentola sul fuoco colma di acqua a 100 gradi. Ingredienti indistinti che salgono e scendono a pezzetti informi, nel vorticare delle bolle. L’immagine diventa sfuocata. La telecamera si appanna. Si sente il cameraman imprecare: sarà la quindicesima volta che gli accade. Il regista allarga le braccia. Stop alle riprese. Scena da rifare. Tutti di nuovo in posizione ai propri posti. Intanto gli schizzi di acqua bollente colano sui lati del pentolone. Commento dello sceneggiatore: «Cambiamo prospettiva? Lasciamo perdere?». Replica del regista: «No, ci tengo troppo a ’sta scena. Saranno due mesi ormai che me la studio. Voglio le bolle in primo piano».

La telenovela dell'estate

È, molto banalmente, la trasposizione per immagini del concentrato, incandescente, delle trattative per Laurienté. La telenovela dell’estate in salsa granata, restando in tema culinario. Non è colpa nostra se sempre qui siamo: e balliamo. Colpa, si fa per dire, del Torino. Che dalla scorsa primavera ha analizzato al microscopio il profilo di questa giovane ala francese ricca di talento, dal dribbling facile, dalle progressioni imperiose, dai piedi buoni (entrambi, mica ne usa uno soltanto per camminare) e dalle capacità indiscusse sia che si cimenti sulla fascia destra sia su quella mancina. O che si accentri. Segna, e fa segnare. Le punizioni a effetto sono una sua specialità. Tira i rigori. È stata una delle rivelazioni della scorsa Ligue 1, nel quadro dei giovani in azione nelle squadre meno strutturate e ambiziose. Se il Lorient, piccolo club bretone, si è salvato per il rotto della cuffia alla fine, gran parte del merito è anche suo: 6 gol e 2 assist in 35 presenze, se vogliamo limitarci all’incidenza diretta nei tabellini delle partite. Per la cronaca, una di quelle reti la segnò al Nizza in aprile. In tribuna, Vagnati. E non è stata l'unica volta che lui e Specchia, il capo degli scout granata, sono andati a vederlo nella scorsa stagione.

Dopo quello schiaffo...

Dobbiamo convocare di nuovo il cameraman di prima. Interno, KuHotel, Waidring, sera: si vedono Vagnati e Juric discutere, col vicedt Moretti silente al fianco. Il tecnico gesticola assai. Ogni tanto il dt sospira. Su Laurienté la decisione è già presa da tempo e viene ribadita per l’ennesima volta: si va avanti, il giocatore fa al caso nostro, lo abbiamo in mano, vuole trasferirsi in Italia, ha già litigato cento volte col suo presidente e il dg del Lorient, solo che questi francesi cambiano le carte di continuo. E non si capisce esattamente quanto vogliano. Almeno 10 milioni, comunque. Ciak, scena perfetta, immagini nitide, audio a posto: potrà andare in onda. Il dt non si è scomposto, figuratevi, per un messaggio Instagram studiato apposta per tentare di alzare l’indice di nervosismo nel Torino, ai piani alti (che comunque sono solo due: una villetta bifamigliare, Cairo e Vagnati). Il dt granata ha comunicato al Lorient di essere pronto ad alzare l’offerta sopra i 7 milioni + 2 di bonus non tutti facili e il 10% sulla futura rivendita a un terzo club. Il dg dei francesi, Arnaud Tanguy, ha appreso che il Torino è disposto a valutare Laurienté quella decina di milioni di cui sopra. E, strategicamente, lo ha fatto sapere al Sassuolo. Che difatti, negli ultimi 2 giorni, è tornato parallelamente alla carica. Il Sassuolo insegue i granata. Non ha ancora in mano un preaccordo steso con il giocatore, a differenza del Torino: però in Emilia lo ritengono un dettaglio facilmente superabile, una volta trovata (nel caso) l’intesa con il Lorient. Hanno perfettamente toccato con mano le difficoltà attuali di comunicazione tra il club granata e quello bretone. E così da ieri hanno alzato il tiro. L’indicazione girata a Tanguy: 10 milioni li possiamo offrire anche noi. E persino con una parte inferiore di bonus rispetto alle proposte del Torino.

Gli amici del Lilla

Monsieur Fery si sente più sereno: un briciolo di asta è stata messa in moto. Pronto a scomodare di nuovo gli amici del Lilla, eventualmente: il terzo incomodo (ma solo per gli italiani) nella corsa a Laurienté. Che intanto ha ribadito di preferire la Serie A e di non voler restare nella Ligue 1. Il Lorient non può fare troppo il furbo. Ha bisogno di soldi per autofinanziarsi. Ciak: sullo sfondo, stavolta in lontananza, una pentola sul fuoco. Zoom. È un mondo difficile.

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