Toro, ecco i soldi per Praet

Vagnati già in estate aveva impostato un mercato tale da riservare il tesoretto utile a prendere il belga dal Leicester (8 milioni per il riscatto). E a gennaio potrebbe costare meno
Toro, ecco i soldi per Praet© sportinfoto

TORINO - Pur con tutte le difficoltà del caso, nonostante la scomodità di procedere in slalom tra i paletti imposti in parte dalla congiuntura sfavorevole e in parte dalla strutturale ritrosia di Cairo ad aprire il portafogli per favorire gli investimenti - tendenza acuita dopo aver visto depauperarsi il capitale Verdi, per cui erano stati spesi più di 20 milioni di euro - nel corso dell’estate il direttore dell’area tecnica granata Vagnati era comunque riuscito ad arrivare in coda al mercato disponendo dei denari utili a chiudere l’operazione Praet. Che sarebbe arrivato sì in prestito, ma questa volta con obbligo di riscatto fissato a circa 8 milioni. Poi si sa com’è andata a finire: la trattativa è rimasta viva fino alle ultime battute del mercato, tramontando nel momento in cui l’Atalanta ha bloccato la partenza di Boga, l’attaccante esterno che il Leicester avrebbe voluto per sostituire il belga. Con il Toro a quel punto orientatosi su Karamoh, ma pronto a riannodare i fili del discorso in vista della successiva finestra di mercato, per Praet. Forte di una riserva di denaro appena intaccata dall’arrivo del franco-ivoriano, pagato al Parma un milione. Investimento che si aggiunge a quelli fatti per il cartellino dei giocatori acquisiti e a quelli riscattati. Il più caro è stato Schuurs, preso dall’Ajax per 9,5 milioni cui potranno essere aggiunti 3,5 milioni di eventuali bonus (allegata la clausola che prevede il versamento agli olandesi del 15% dei proventi da una eventuale, futura cessione). Ricci è invece stato riscattato dall’Empoli per 8,5 milioni, mentre ne sono serviti 5 per rilevare Pellegri dal Monaco (qui i bonus potranno portare nelle casse dei monegaschi altri 500 mila euro). Si arriva quindi a Ilkhan: 4,5 milioni al Besiktas cui potrà andare il 20% della rivendita. Detto del milione speso per Karamoh, vanno ancora annotati i 700 mila euro girati al Catanzaro per Bayeye e i 300 andati alla Spal per definire l’acquisto di Berisha. Il totale fa 29,5 milioni, escludendo dal conto i possibili bonus che andranno erogati. 

L’incasso del Toro

Più semplice il conto di quanto il Toro abbia incassato: l’unica cessione che ha portato soldi in cassa è quella di Bremer, passato alla Juve per 41 milioni cash più una serie di bonus che potranno portare il totale a superare leggermente i 50. In definitiva i granata hanno a disposizione una decina di milioni, cioè la differenza di quanto a bilancio per Bremer e per i vari acquisti. E i conti in vista di gennaio possono tornare a maggior ragione, considerato che un Praet poco utlizzato nel Leicester porterebbe a un deprezzamento del cartellino. Gli 8 milioni che sarebbero serviti un paio di settimane fa potranno anche scendere a 5, 6 milioni.  In questa fase in seno alla dirigenza granata c’è quindi un certo grado di ottimismo, in relazione al buon esito dell’affare Praet. Giocatore che a Juric sarebbe utilissimo, per variare lo spartito. Se Radonjic e Vlasic sono due attaccanti esterni, due elementi con lo spunto per saltare l’uomo e creare superiorità numerica, il belga è più un trequartista in senso stretto. Cioè un centrocampista con prerogative offensive, un calciatore in grado di cucire gioco tra il reparto mediano e l’attacco. Tendenzialmente il serbo e il croato possono garantire più gol, mentre Praet avrebbe il ruolo del rifinitore che nella rosa granata è assente. Anche Karamoh, nel Toro ancora da scoprire dopo la stagione trascorsa in Turchia con il Karagumruk, ha infatti più caratteristiche da ala d’attacco. 

 

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