Toro, senti Tielemans: "Praet si sente in gabbia"

Il compagno di squadra nel Leicester è sicuro: "Non gioca, ha perso la Nazionale, è infelice". Juric e Vagnati non lo mollano
Toro, senti Tielemans: "Praet si sente in gabbia"© sportinfoto

TORINO - Lo si scriveva su queste colonne appena una settimana fa: ora arriva un’ulteriore conferma dal raduno della Nazionale belga, là dove ha parlato con i cronisti il centrocampista Youri Tielemans, connazionale e compagno di squadra di Praet nel Leicester. E il discorso è caduto a un certo punto anche sull’ex granata, giacché la sua mancata convocazione ha inevitabilmente fatto rumore. Un Gronchi rosa. «Per Dennis non è un momento semplice, facile. Non sta trovando lo spazio in campo che confidava di avere, non sta giocando quanto sperava», ha ammesso Tielemans, che invece del Leicester è un titolare conclamato. «Vivere una simile situazione è difficile per qualsiasi calciatore. Da settimane e settimane sta lavorando duramente in allenamento, non si risparmia mai. E anche in partita ha dato sempre tutto, nelle poche volte che è stato impiegato. La questione è chiara, Dennis non è felice di trovarsi in questa situazione. Vorrebbe giocare di più anche per poter continuare a essere chiamato in Nazionale».

L’ultima sua partita col Belgio risale a giugno, contro il Galles: quindicesima presenza. La prima nel 2014 ad appena 20 anni, quando militava già con continuità nell’Under 21. Dal 2018 il vero salto in alto nella Nazionale maggiore, poi frequentata quasi senza soluzione di continuità. Ora, col Mondiale dietro l’angolo, la convocazione non pervenuta. Ma inevitabilmente, vien da dire, se ci si mette nei panni di Roberto Martinez, il ct spagnolo del Belgio. Per gli impegni di Nations League di questa finestra temporale, infatti, Praet è improvvisamente uscito di scena (niente partita con il Galles, stasera, e domenica contro l’Olanda). Una bella differenza rispetto già soltanto alla scorsa stagione, quando (infortuni a parte) era stato una colonna del Torino e veniva regolarmente chiamato in Nazionale. Gli appena 82 minuti giocati in Inghilterra nei primi 7 turni di campionato sono stati una condanna. Un ruolino individuale svilente, che a questo punto rischia concretamente di estrometterlo dagli ormai imminenti Mondiali in Qatar (i Diavoli Rossi se la vedranno nel girone con Canada, Marocco e Croazia). Che Praet speri ancora di recuperare il terreno perduto è implicito, che ci riesca è un film ancora da girare.

In questo scenario vanno lette le strategie del Torino per gennaio. E pure le nuove mosse che ha in animo Praet. I suoi rapporti con Brendan Rodgers, l’allenatore del Leicester, e la dirigenza inglese sono ai minimi termini. Il belga aveva già fatto notevoli pressioni a fine agosto per tornare in granata: cioè da Ivan Juric, che stravedeva per lui e non ha certo cambiato idea. Il mancato approdo a Leicester dell’atalantino Boga aveva infine fatto saltare la cessione di Dennis al Torino. Obtorto collo, Praet si era ritrovato costretto a restare in Inghilterra.

«Crediamo in te», gli avevano detto a luglio a Leicester (una barzelletta, a ripensarci ora), quando Dennis era tornato alla base: troppo costoso era il diritto di riscatto (15 milioni), per cui il Torino era sceso in campo solo in un secondo tempo per ridiscutere ex novo i termini del trasferimento. Anche Davide Vagnati ha un franco rapporto diretto con Praet, nato nel corso della stagione passata. Non solo Juric, ma anche il dt ha ripetutamente parlato col belga tra agosto e l’inizio di settembre, a quel punto mettendo già nel mirino la finestra invernale del mercato. E pure il clamoroso ultimo posto del Leicester in Premier, con un solo punto in 7 partite, rende la situazione ancor più favorevole al Torino: moltiplica la rabbia di Praet, la sua delusione, la voglia di andarsene. Fatemi tornare nel Toro, aveva ripetuto Praet alla sua dirigenza. Poi, a mercato chiuso e beffa ingoiata, si era di nuovo fatto sentire: scordatevi che rinnovi il contratto in scadenza nel 2024. A gennaio gli inglesi avranno meno carte da giocare. L’unica vera variabile ipotizzabile di qui a fine anno? L’esonero di Rodgers e l’arrivo di un nuovo allenatore capace, chissà, di innamorarsi di Dennis. Vedremo.

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