Toro, il diktat di Lukic: vuole la clausola

Trattative a singhiozzo per il rinnovo del serbo, nuovo braccio di ferro con il club dopo la bufera di agosto
Toro, il diktat di Lukic: vuole la clausola© Marco Canoniero

TORINO - Lukic è di nuovo un caso. Ma stavolta solo a tavolino, non anche sul prato. Restano le spine, al centro della rosa granata. Un problema sollevato dal serbo e non ancora risolto da Cairo e Vagnati, che rischia seriamente di protrarsi a lungo: anche ben oltre il Mondiale, con tutto quello che ne potrebbe conseguire, a posteriori, tra il mercato di gennaio e quello estivo. Non siamo più a quella sorta di ammutinamento pre-Monza, quando il 12 agosto, prima che i giocatori salissero sul pullman per l’esordio in campionato in Brianza, Lukic (all’epoca ancora capitano, dopo l’addio di Belotti) chiese nei fatti a Juric di non venir convocato, di non contare più su di lui. «Mi dispiace molto, mister, ma non ho più la testa, non sono più sereno. Lei sa bene il perché e sa anche che non ho nessun problema con i compagni, con lei o con lo staff tecnico, anzi. Ma a questo punto non me la sento più». Ivan, nei fatti, fu costretto ad allargare le braccia: lo ricorderete, si è scritto mille volte, la prima non appena esploso il caso. Poi il giorno dopo a Monza, a sera in conferenza, Ivan confermò tutto: quella a dir poco anomala comunicazione/richiesta di Lukic («Un ragazzo perbene. Bisogna chiedersi il perché si sia arrivati a tanto. Ma non è un problema mio: tocca alla società risolverlo. Nel caso, io sono pronto a perdonarlo»). Nei giorni successivi Lukic si chiarì nuovamente con Juric e i suoi collaboratori e chiese scusa ai compagni. I fatti, insomma, vennero subito a galla per quel che erano e rappresentarono: e da tempo non c’è più nulla da aggiungere, in merito. Il guaio è che quel che si appianò presto sul prato non produsse anche una svolta a tavolino. Perché alla base di quella sorta di ammutinamento, o chiamatelo come volete, vi era lo scontro con la società sul prolungamento del contratto con adeguamento dell’ingaggio. Lukic era convinto di incassare le promesse di rinnovo già alla fine della primavera, al più tardi a luglio. Invece nulla: e ci vide una grave mancanza di rispetto nei suoi confronti, non più sopportabile.

Lukic, i rapporti tra agenti e dirigenza del Torino

Quasi tutte quelle società che avevano tirato su le antenne in estate (sondaggi e richieste ufficiose da parte delle romane e delle milanesi) continuano anche ora a seguire gli sviluppi della questione, date le qualità del centrocampista esploso con Juric nella scorsa stagione (35 presenze in campionato, 5 reti e 4 assist-gol), i suoi margini di crescita, la sua età (26 anni) e appunto il nodo contrattuale (in scadenza già nel 2024). Ds e operatori di mercato sanno bene che le trattative sono poi procedute a singhiozzo. Gli agenti del serbo e il tandem Cairo-Vagnati non hanno mai chiuso le comunicazioni, i rapporti restano buoni, la volontà comune è trovare una soluzione migliorativa a vantaggio sia del giocatore sia del club, ma resta il fatto che da qualche tempo la questione si è di nuovo arenata: stallo. E la ragione non è tanto economica, giacché fra le richieste del ragazzo (un ingaggio sostanzialmente raddoppiato sino alla forbice 1,5/1,8 milioni netti più bonus) e le offerte cairote la distanza si è nel tempo molto ridotta. Non è questo il vero busillis da risolvere, insomma. Il guaio è un altro. Ed è nato da una precisa richiesta del serbo: l’inserimento nel nuovo contratto di una clausola rescissoria a cifre di mercato, cioè non così... esagerate da far scappare a priori eventuali candidati acquirenti. Ma Cairo non ci vuole sentire, da questo orecchio: nessuna intenzione di legarsi mani e piedi in siffatta maniera. E Vagnati sta in mezzo tra l’incudine milanese e il martello serbo. Nel mondo del mercato si scommette sul fatto che Lukic andrà ai Mondiali con la Serbia con un contratto ancora da rinnovare. Non si può affatto escludere, ma difficilmente il braccio di ferro attualmente in corso si risolverà prima di metà novembre, data la chiusura finora categorica di Cairo e, al contrario, la pretesa altrettanto determinata di Lukic: dietro la quale ci si può leggere non un desiderio di fuga in senso stretto, ma sicuramente il timore di finire incastrato un giorno in una trattativa di compravendita a lui gradita con un top club, tuttavia ostacolata da distanze troppo ampie tra le offerte alla società granata e le richieste del presidente del Torino. Senza scomodare già soltanto il caso Belotti o le condizioni poste da Bremer per rinnovare il contratto nello scorso inverno (una cessione garantita in estate), lasciamo ai lettori le debite riflessioni sull’appeal che esercita il club di Cairo sui propri giocatori.

Lukic dopo Belotti: i possibili sviluppi

Se poi davvero Lukic non rinnovasse entro metà novembre e in Qatar disputasse dei Mondiali eccellenti con la Serbia, il caso rischierebbe di ingrandirsi in modo fin esponenziale: le leggi del mercato sono queste. E a quel punto, a gennaio, più di un ds busserebbe con forza alla porta del Torino: per sfruttare immediatamente a proprio vantaggio lo stallo del contratto, in alternativa facendo balenare l’acquisto di Lukic a luglio a cifre inferiori. Situazione delicata, insomma. Ma almeno la volontà di entrambe le parti è ancora di trovare un accordo, in qualche modo. Non poco, anzi tanto, dopo la Waterloo vissuta di fronte a Belotti.  

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