Toro, dal mercato una terza punta per Juric. Dovbyk torna nel mirino

Al tecnico occorre una terza punta per non dipendere solo da Sanabria e Pellegri: sull'ucraino anche Lazio, Bologna e Salernitana
Toro, dal mercato una terza punta per Juric. Dovbyk torna nel mirino© EPA

TORINO - Partiamo da Dovbyk, per atterrare su Becao. E il caso di Artem Dovbyk, 26enne centravanti del Dnipro e della nazionale ucraina, ci permette di aprire uno scenario nuovo non limitato specificatamente all’attaccante che da quasi un anno e mezzo gioca sotto le bombe.

Dovbyk è un pallino di Vagnati che il dt non ha mai smesso di seguire, a distanza. Un anno fa, in particolare, il ragazzo sembrava prossimo a trasferirsi in granata. Con il suo agente era anche riuscito a compiere un blitz a Torino a primavera inoltrata. Si discusse di ingaggio, di contratto. L’operazione pareva avviarsi verso una definizione favorevole, di lì a un paio di mesi. Ma poi evaporò al dunque.

Dovbyk, l'operazione di mercato saltata un anno fa

Motivazioni? Juric aveva intanto chiesto l’acquisto di Pellegri e il Torino investì quasi 5 milioni per comprare Pietro dal Monaco. Per Sanabria non decollarono candidati acquirenti, inoltre il tecnico croato aveva dato la sua disponibilità ad avere in rosa anche soltanto due centravanti puri, a fronte del suo modulo con un solo pivot. Grande, grandissima era poi la fiducia di Ivan nella rinascita di Pellegri. Fiducia ben riposta se si guarda alla professionalità, alla serietà del ragazzo e al suo fiuto sotto porta, alle sue doti tecniche. Ma, soprattutto, fu il Dnipro stesso a far scappare il Torino: all’epoca la società ucraina chiedeva non meno di 15 milioni di euro, una cifra fuori luogo secondo il club granata. Una riflessione comune anche alle altre squadre che si avvicinarono a Dovbyk, in particolare la Lazio e la Salernitana.

Dovbyk, il pallino di Vagnati

Vagnati è tornato ad annusare il bomber ucraino lo scorso marzo: nuovo giro d’orizzonte. Ma cosa si scopre, adesso? Che, nel rimbalzo dei sondaggi effettuati in queste ultime due settimane di nuovo dalla Lazio, di nuovo dalla Salernitana, e stavolta anche dal Bologna (new entry), pure il Torino è tornato a bussare alla porta di Dovbyk. Il paese è piccolo e la gente mormora: detto, scritto. Come mai? Non tanto perché il dt granata abbia messo sul mercato Sanabria (tantomeno Pellegri), quanto perché poter inserire in rosa un terzo attaccante puro rafforzerebbe automaticamente l’efficacia offensiva e le possibilità di scelta per Juric. Non esistono offerte da oltre 15 milioni per Sanabria, ormai diventato un pupillo del tecnico un po’ come il giovane Pietro. Per cui non può rappresentare una priorità l’ingaggio di un terzo attaccante. Ma l’esigenza resta sul tavolo, a gioco lungo. Vagnati si augura (e non solo lui) che nella prossima stagione Pellegri incontri un numero decisamente inferiore di problematiche di natura fisica: e possa finalmente risorgere definitivamente, tornare a decollare anche nella continuità, “esplodere” sotto porta. Non ci sono poi certezze sul fatto che Sanabria possa vivere un’altra stagione d’oro come quella terminata un mese fa. In particolare gli ultimi 6 mesi: 12 gol in campionato (mai successo prima per il paraguaiano), di cui 10 soltanto da gennaio in poi. Un improvviso gran fuoco, seppur di paglia, o una reale crescita di Sanabria che si riproporrà tale e quale nella prossima stagione? Lo diranno i fatti.

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Dovbyk, una macchina da gol nell'ultima annata

Dovbyk continua a segnare a ritmo eccezionale: 24 reti e 6 assist in 30 presenze in quel che rimane del campionato ucraino, più 5 gol e 2 assist in Conference League (sino a febbraio). Complessivamente, 29 gol e 8 assist in 39 partite, considerando anche gli spareggi di qualificazione perduti in Europa League.

In Nazionale, 9 presenze, 3 reti e un assist gol. Però i club italiani (e non solo loro) hanno remore a scommettere più di 10 milioni su un centravanti, per quanto forte e di buona tecnica, reduce da un anno e mezzo vissuto quotidianamente in una tragica anormalità per via della guerra scatenata dai russi. Fisicamente, quando potrà dare il meglio di sé in un campionato così feroce e competitivo come quello italiano? E così anche il Torino, come la Lazio, il Bologna e la Salernitana, hanno manifestato un interesse soltanto per un’eventuale acquisizione in prestito con diritto. Oppure con un obbligo condizionato al rendimento (gol segnati) e alla disputa di un certo numero di partite. Per i granata, in particolare, l’operazione Dovbyk potrebbe interessare sul lungo periodo, ad agosto inoltrato: proprio perché non è considerata una priorità. Purché però il Dnipro, che intanto ha abbassato le pretese (ora chiede 12 milioni), accetti di cederlo in prestito: e per ora non è così. Indicativo, comunque, il fatto che Vagnati non escluda la possibilità di inserire in rosa un altro centravanti, strada facendo, purché dai costi contenuti (per la cronaca, l’ingaggio di Dovbyk può ballare intorno al milione di euro abbondante).

Mercato in difesa, Torino su Becao

Aggiornamento su Becao. Confermato: l’Atalanta non tornerà a fiondarsi su di lui se prima non venderà Scalvini, valutato tra 40 e 50 milioni, un’enormità. Il Torino, con Schuurs conteso dal Napoli e più ancora dalla Premier (Liverpool, Crystal Palace e fors’anche West Ham; nessuna nuova, intanto, sul fronte Vlasic), è passato in pole nella corsa al centrale in uscita dall’Udinese, che chiede 10 milioni più 2 di bonus (Vagnati ne ha offerti 7 e già da tempo sta trattando l’ingaggio con l’agente del brasiliano). Il difensore vuole restare in Italia. Respinto di conseguenza il Fenerbahce, anche dai Pozzo: ha offerto solo 7 milioni più 2 di bonus.

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TORINO - Partiamo da Dovbyk, per atterrare su Becao. E il caso di Artem Dovbyk, 26enne centravanti del Dnipro e della nazionale ucraina, ci permette di aprire uno scenario nuovo non limitato specificatamente all’attaccante che da quasi un anno e mezzo gioca sotto le bombe.

Dovbyk è un pallino di Vagnati che il dt non ha mai smesso di seguire, a distanza. Un anno fa, in particolare, il ragazzo sembrava prossimo a trasferirsi in granata. Con il suo agente era anche riuscito a compiere un blitz a Torino a primavera inoltrata. Si discusse di ingaggio, di contratto. L’operazione pareva avviarsi verso una definizione favorevole, di lì a un paio di mesi. Ma poi evaporò al dunque.

Dovbyk, l'operazione di mercato saltata un anno fa

Motivazioni? Juric aveva intanto chiesto l’acquisto di Pellegri e il Torino investì quasi 5 milioni per comprare Pietro dal Monaco. Per Sanabria non decollarono candidati acquirenti, inoltre il tecnico croato aveva dato la sua disponibilità ad avere in rosa anche soltanto due centravanti puri, a fronte del suo modulo con un solo pivot. Grande, grandissima era poi la fiducia di Ivan nella rinascita di Pellegri. Fiducia ben riposta se si guarda alla professionalità, alla serietà del ragazzo e al suo fiuto sotto porta, alle sue doti tecniche. Ma, soprattutto, fu il Dnipro stesso a far scappare il Torino: all’epoca la società ucraina chiedeva non meno di 15 milioni di euro, una cifra fuori luogo secondo il club granata. Una riflessione comune anche alle altre squadre che si avvicinarono a Dovbyk, in particolare la Lazio e la Salernitana.

Dovbyk, il pallino di Vagnati

Vagnati è tornato ad annusare il bomber ucraino lo scorso marzo: nuovo giro d’orizzonte. Ma cosa si scopre, adesso? Che, nel rimbalzo dei sondaggi effettuati in queste ultime due settimane di nuovo dalla Lazio, di nuovo dalla Salernitana, e stavolta anche dal Bologna (new entry), pure il Torino è tornato a bussare alla porta di Dovbyk. Il paese è piccolo e la gente mormora: detto, scritto. Come mai? Non tanto perché il dt granata abbia messo sul mercato Sanabria (tantomeno Pellegri), quanto perché poter inserire in rosa un terzo attaccante puro rafforzerebbe automaticamente l’efficacia offensiva e le possibilità di scelta per Juric. Non esistono offerte da oltre 15 milioni per Sanabria, ormai diventato un pupillo del tecnico un po’ come il giovane Pietro. Per cui non può rappresentare una priorità l’ingaggio di un terzo attaccante. Ma l’esigenza resta sul tavolo, a gioco lungo. Vagnati si augura (e non solo lui) che nella prossima stagione Pellegri incontri un numero decisamente inferiore di problematiche di natura fisica: e possa finalmente risorgere definitivamente, tornare a decollare anche nella continuità, “esplodere” sotto porta. Non ci sono poi certezze sul fatto che Sanabria possa vivere un’altra stagione d’oro come quella terminata un mese fa. In particolare gli ultimi 6 mesi: 12 gol in campionato (mai successo prima per il paraguaiano), di cui 10 soltanto da gennaio in poi. Un improvviso gran fuoco, seppur di paglia, o una reale crescita di Sanabria che si riproporrà tale e quale nella prossima stagione? Lo diranno i fatti.

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