Toro, Juric e il telefono bollente sull'asse partenze-arrivi

Il tecnico granata è preoccupato dalle possibili uscite e fin qui dai mancati arrivi dei rinforzi necessari. Il ds Vagnati vuole accelerare con due colpi

PINZOLO - Giorni intensi, quelli di Ivan Juric: sul campo martella i suoi in maniera feroce tant’è che i giocatori assicurano che questo ritiro di Pinzolo è il più duro di tutti, dall’altra è in contatto con Vagnati per seguire in diretta l’evolversi della situazione. E ieri mattina attorno alle 10 ha avuto un lungo contatto telefonico con il direttore tecnico dove si è detto preoccupato, soprattutto se in questo momento dovessero partire dei giocatori senza essere adeguatamente rimpiazzati, visto che il ritiro sta arrivando al quarto giorno e all’inizio del campionato manca giusto un mese.

Il tempo alla rovescia è iniziato su tutti i fronti e servono ancora diversi tasselli. Tra l’altro tra i giovani ha esaltato Savva: «Un ragazzo che impara in fretta». Un dialogo tranquillo e sereno, comunque. Molto costruttivo. E quando ha raggiunto il terreno di gioco Juric si è appartato per 10 minuti con Singo: che abbia cercato di convincerlo a prolungare il contratto come qualche tempo fa è riuscito a fare con Djidji? In questo caso potrebbe spostare Bellanova a sinistra. Ma questa è solo una possibilità, la certezza è che tra l’esterno ivoriano e l’allenatore c’è stato un lungo faccia a faccia.

Torino, Juric e il modello Premier

Ivan Juric è al lavoro su tutti i fronti, dunque. Perché in questa avventura ci sta mettendo anima e cuore. Sul campo è spietato, non concede tregua. E i miglioramenti sono evidenti e sotto gli occhi di tutti: seguire il suo lavoro dal vivo è un vero spettacolo che appaga gli occhi. L’altro giorno, per esempio, in una partita a tutto campo fatta di pressing feroce e di corsa continua, una delle due squadre ha tenuto palla per 18 passaggi di fila in movimento rapido: uno show vederli muovere, essere aggrediti senza perdere il pallone e di prima consegnarlo al compagno più vicino che nel frattempo si è liberato con movimenti mandati a memoria. Farlo per 18 volte di seguito e sicuramente un grande successo. Un allenamento tipo Premier, dunque: possesso del pallone coprendo tutte le zone e, soprattutto, in grande velocità.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Ivan l'almanacco

Un’altra particolarità del suo lavoro risiede nella capacità mnemonica: l’allenatore pare un almanacco. Per correggere gli errori o spiegare quello che si deve fare meglio prende come esempio le azioni dello scorso campionato. A Radonjic, in un frangente della solita partitella, ha urlato: «Buttati dentro, fai come Ricci a Empoli». Oppure a un difensore: «Non commettere l’errore che hai fatto contro il Napoli, spostati, alza la testa, non buttare via il pallone, giocalo». E così via. Ricorda, nel bene come nel male, tutte le situazioni che il Toro ha incontrato in campionato. È un autentico martello anche in questo. Pure sul piano statistico non gli sfugge niente.

Gli allenamenti differenziati

Allenamenti durissimi, quindi, ma rispetto al passato mirati e personalizzati: quando in un giocatore affiora la stanchezza viene subito fermato e accompagnato in piscina per un lavoro di scarico. E’ successo per molti granata che, all’improvviso, vengono presi in consegna dal fisioterapista e il giorno dopo si ripresentano al campo dopo aver smaltito la fatica, più tonici che mai. Niente è lasciato al caso, tutto viene curato anche nei più piccoli particolari. La resistenza e la forza fisica stanno sempre al primo posto del programma, l’insistenza invece è stata cancellata per lasciare il posto a nuove e particolari metodologie di scarico. Del resto Juric aveva preannunciato questo cambiamento in una conferenza stampa alla fine della scorsa stagione: «Dobbiamo trovare il modo di evitare tanti infortuni muscolari». Detto, fatto. A Pinzolo è partita l’operazione.

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PINZOLO - Giorni intensi, quelli di Ivan Juric: sul campo martella i suoi in maniera feroce tant’è che i giocatori assicurano che questo ritiro di Pinzolo è il più duro di tutti, dall’altra è in contatto con Vagnati per seguire in diretta l’evolversi della situazione. E ieri mattina attorno alle 10 ha avuto un lungo contatto telefonico con il direttore tecnico dove si è detto preoccupato, soprattutto se in questo momento dovessero partire dei giocatori senza essere adeguatamente rimpiazzati, visto che il ritiro sta arrivando al quarto giorno e all’inizio del campionato manca giusto un mese.

Il tempo alla rovescia è iniziato su tutti i fronti e servono ancora diversi tasselli. Tra l’altro tra i giovani ha esaltato Savva: «Un ragazzo che impara in fretta». Un dialogo tranquillo e sereno, comunque. Molto costruttivo. E quando ha raggiunto il terreno di gioco Juric si è appartato per 10 minuti con Singo: che abbia cercato di convincerlo a prolungare il contratto come qualche tempo fa è riuscito a fare con Djidji? In questo caso potrebbe spostare Bellanova a sinistra. Ma questa è solo una possibilità, la certezza è che tra l’esterno ivoriano e l’allenatore c’è stato un lungo faccia a faccia.

Torino, Juric e il modello Premier

Ivan Juric è al lavoro su tutti i fronti, dunque. Perché in questa avventura ci sta mettendo anima e cuore. Sul campo è spietato, non concede tregua. E i miglioramenti sono evidenti e sotto gli occhi di tutti: seguire il suo lavoro dal vivo è un vero spettacolo che appaga gli occhi. L’altro giorno, per esempio, in una partita a tutto campo fatta di pressing feroce e di corsa continua, una delle due squadre ha tenuto palla per 18 passaggi di fila in movimento rapido: uno show vederli muovere, essere aggrediti senza perdere il pallone e di prima consegnarlo al compagno più vicino che nel frattempo si è liberato con movimenti mandati a memoria. Farlo per 18 volte di seguito e sicuramente un grande successo. Un allenamento tipo Premier, dunque: possesso del pallone coprendo tutte le zone e, soprattutto, in grande velocità.

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