Al suo decimo anno da arbitro di Serie A, seconda presenza stagionale in massima serie per Gianluca Aureliano, che quest’anno aveva già diretto Monza-Empoli. Pur essendo riuscito a ritagliarsi un ruolo importante da Var, il direttore di gara bolognese ha sempre faticato a trovare continuità in campo. La partita di ieri riepiloga un po’ i motivi per cui non ha compiuto il definitivo salto di livello.
Tecnico e disciplinare
L’inizio è piuttosto complicato, Aureliano adotta una soglia del fallo troppo bassa, spezzetta inutilmente il gioco contribuendo a innalzare il livello agonistico. Alla fine sarà la partita più fallosa della stagione: ben 37 i falli fischiati. Il nervosismo sfocia al 30’ quando nei pressi della panchina del Lecce si sviluppa una mass confrontation, ne fanno le spese Gendrey e Lazaro, entrambi ammoniti. Sempre nel primo tempo, giusto non dare rigore al Lecce su Banda: il giallorosso si lascia cadere, siamo al limite della simulazione. Nel finale invece manca un giallo evidente a Baschirotto.
Personalità e controllo
Se da un lato Aureliano sa farsi accettare e rispettare per la buona ascendenza nei confronti dei calciatori, dall’altro risulta atleticamente flemmatico e spesso in mezzo alle trame di gioco. Peccato perché sarebbe tornato utile per partite più difficili.