Champions League, Berbatov (Monaco) minaccia: «Juventus, ti mando ko»

Il bomber del Monaco tra gol, disegni e pugilato: «Possiamo battere la Juve e passare il turno»
Champions League, Berbatov (Monaco) minaccia: «Juventus, ti mando ko»© Action Images/Tony O\'Brien
TORINO - Come, anzi più di Buffon, Nedved e Trezeguet. L’asso bulgaro Dimitar Berbatov, 34enne stella del Monaco agli sgoccioli della carriera, non ha mai vinto la Champions League. Pur avendola sfiorata. Addirittura tre volte. La prima nel 2002 con il Bayer Leverkusen, la seconda nel 2009 e la terza nel 2011 con il Manchester United. Nella finale di 13 anni fa all’Hampden Park di Glasgow, l’allora 21enne Berbatov (alla prima stagione in Germania) entrò in campo dopo 39’ al posto dell’infortunato tedesco-croato Brdaric sul risultato acquisito di 2-1 a favore del Real Madrid (gol da cineteca di Zidane per i galacticos) e non potè far molto anche per “colpa” delle parate di Cesar Sanchez e Casillas, alternatisi in porta.

LO SGARBO DI FERGUSON - Sei anni fa a Roma contro il Barcellona rimpiazzò il coreano Park a metà ripresa (Carlos Tevez, all’epoca suo compagno, aveva sostituito il brasiliano Anderson dopo l’intervallo). Lo United si arrese ai gol di Eto’o e Messi e la Coppa dalle grandi orecchie volò sulle Ramblas. Infine quattro anni fa a Wembley, pur avendo conquistato il titolo di capocannoniere della Premier League con 20 gol a pari merito nientemeno che con Tevez passato al City, venne sorprendentemente escluso dall’atto conclusivo del trofeo ancora contro il Barcellona. Neppure in panchina. I Red Devils persero 3-1 e il bulgaro non si presentò in tribuna. Si vociferò di fuga dalla stadio, ma il giocatore “riapparve” a fine partita: «Ero troppo deluso per la decisione di Sir Alex Ferguson, mi vergognavo di farmi vedere e ho seguito la partita da uno schermo negli spogliatoi».

PAGATO 40 SCARPE DA CALCIO - Dunque quella di domani sera al Louis II contro la Juventus, ritorno dei quarti di finale, rappresenta per lui l’ultima occasione di continuare a inseguire il sogno (o l’ossessione) Champions. Una sorta di canto del cigno anche se il suo agente Emil Danchev non ha ancora escluso la possibilità di proseguire per un’altra stagione al Monaco e lo stesso giocatore, per il momento, non ha mai pronunciato la fatidica parola “ritiro”. Di certo tanta acqua è passata sotto i ponti da quando Dimitar, doppio figlio d’arte (papà Ivan è stato calciatore professionista, mamma Margarita pallavolista), lasciò il Pirin di Blagoevgrad, sua città natale, per trasferirsi al Cska Sofia. Aveva solo 17 anni e il club della capitale bulgara lo pagò 40 paia di scarpe da calcio... Nell’accademia del Cska segnò oltre 100 gol (si ruppe pure una mano nel primo derby con il Levski) e a fine stagione fu subito promosso in prima squadra.

GOLEADOR RECORD - Di record ne ha battuti tanti. È il cannoniere assoluto della Nazionale bulgara con 48 gol in 78 partite, uno più del mitico Hristo Bonev e 10 più di un altro celeberrimo Hristo: Stoichkov. Ed è anche il calciatore bulgaro più caro di tutti i tempi: per strapparlo al Tottenham, il Manchester United nel 2008 versò l’equivalente di 38 milioni di euro aggiungendo inoltre il prestito del talentuoso attaccante anglo-giamaicano Fraizer Campbell. Il suo addio alla Nazionale, a soli 29 anni d’età, è stato burrascoso. Il vicepresidente federale Yordan Lechkov, ex Amburgo e Marsiglia, lo criticò e Dimitar, per tutta risposta, mandò tutti a quel paese. Con una promessa: tornare un giorno per riorganizzare la Federcalcio. Da leader.

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