Buffon: «Col Barcellona abbiamo il 35 per cento di possibilità»

Il portiere bianconero: «Credo che le sensazioni saranno le stesse. Loro fortissimi ma noi qualche arma l'abbiamo»

TORINO - Gigi Buffon torna a Berlino. Basta questa frase a rievocare tutte le sensazioni immortali della vittoria della Coppa del Mondo e a sperare di riviverle con la Juve per salire sul tetto d'Europa. Il portiere bianconero ha rivelato i suoi pensieri in un'intervista alla Uefa, a partire dalla vittoria contro il Real Madrid CF che è valsa la finale. «Ho sentito una felicità immensa che avevo provato solo in un paio di occasioni. Quando non sei favorito o comunque non sei la squadra più forte, passare il turno è qualcosa di davvero gratificante. Ora torno a Berlino dopo nove anni. Sono curioso di vedere se le emozioni e le sensazioni saranno le stesse. Non penso tuttavia ci saranno molte differenze rispetto a nove anni fa».

ALLEGRI - «Mi ha colpito la sua grande intelligenza nell'entrare nel nostro gruppo, nel cercare di capire quali erano le caratteristiche morali oltre che tecniche della squadra in ogni singolo soggetto. E sulla base di questo, lui si è amalgamato. In questo è stato sicuramente intelligente e veramente bravo. In più ha anche dei meriti tattici perché dopo tanti anni giocati in un certo modo ci ha stimolato a provare un qualcosa di alternativo, di diverso, che potesse farci rendere anche di più. Senza però rinnegare quello che è stato il passato, perché poi durante le partite, in alcuni frangenti, si ritorna a giocare come giocavamo prima. Questo credo sia il suo merito più grande. Il non voler entrare e stravolgere tutto, ma cambiare a seconda delle necessità o dell'occorrenza, piano piano».

BARCELLONA - «Sicuramente se col Real Madrid avevamo un 35% di possibilità di passare il turno, chiaramente di vincere la coppa contro questo Barcellona le possibilità sono un pochino di meno. Questo lo sappiamo., è innegabile perchè è un dato lapalissiano e certo. Per cui abbiamo una stima veramente illimitata per il Barcellona, per quello che sta facendo, per i giocatori che compongono la squadra. Però, come pensavo anche col Real, qualche arma per giocarcela o per provare a rendere il loro compito più difficile ce l'abbiamo. Per cui giocheremo sulla base di quello».

DIECI ANNI PER UNA FINALE - «Personalmente è un grande obiettivo, perché la mia è una storia lunga. In mezzo a tutti questi anni di carriera ci sono state anche delle scelte molto complicate, molto difficili da prendere, le ho prese sulla base di quelli che erano i miei sentimenti, quella che era una mia coerenza, un mio modo di vivere, e devo dire che dopo nove anni, 10 anni, alcuni molto faticosi, arrivare a questi traguardi con i miei compagni e con tutto lo staff, con tutta la società e con tutti i tifosi è un qualcosa di grandissimo e gratificante».

TEVEZ - «Carlos è un giocatore che non conoscevamo e non conoscevo. In questi due anni è stato una sorpresa incredibile perchè fin dal primo giorno si è integrato immediatamente con il gruppo e con il nostro modo di lavorare che sicuramente era diverso rispetto al calcio inglese e alla mentalità argentina. Lui inizialmente è rimasto un po' spiazzato da queste modalità però si è messo immediatamente a lavorare in silenzio e a cercare di capire cosa gli si chiedeva e adesso sa perfettamente quello che deve fare per aiutare la squadra e i compagni. Lui in qualsiasi momento della partita capisce quando deve darci una mano, deve fare una corsa in più, deve fare un fallo, deve fare la giocata e tenere palla. E' un grandissimo trascinatore e un grande uomo. Sono stato veramente felice di poter giocare con lui e di poterlo conoscere».

 

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