Champions League Morata, dipende da te: con il Siviglia riprenditi la Juventus

L'attaccante spagnolo, superato nelle gerarchie da Mandzukic e Dybala, è pronto per far ricredere Allegri

TORINO - Strana la vita. Un anno fa Llorente guidava Morata nell’ultima fase del suo inserimento nel mondo Juve, tra consigli da fratello maggiore e sostegno incondizionato. Il giovane spagnolo, dopo un periodo di complicato apprendistato bianconero, si stava conquistando i gradi di inamovibile e il seguito della stagione, soprattutto in Champions League, lo avrebbe portato alla consacrazione definitiva, con tanto di rosicamenti madridisti. Dodici mesi dopo il bonus di Morata sembra azzerato, la sua posizione nella gerarchia juventina scivolata drammaticamente verso il centro della panchina, i suoi rapporti con Massimiliano Allegri diventati un filino tesi. Tutto alla vigilia dell’abbraccio al vecchio amico Llorente che, nel Siviglia, sta curiosamente vivendo una difficile situazione con tantissime analogie con quella di Alvaro. Strana la vita.

COSA E' SUCCESSO? - Morata in questa situazione ci è finito un po’ per colpa sua, un po’ per caso e un po’ per le scelte di Allegri. Non necessariamente in quest’ordine, anche perché alcuni fattori sono correlati fra di loro. Le colpe di Morata, per esempio, possono essere ricondotte all’atteggiamento tenuto nelle recenti uscite, per intendersi quelle delle ultime quattro partite in cui al bomber sono stati concessi gli ultimi minuti di gara. Smanioso di spaccare il mondo in uno spezzone di partita, Morata è stato spesso egoista, in qualche occasione pasticcione, a volte indisponente, come quando - contro il Manchester City - ha perso palla forzando una giocata e non si è nemmeno lanciato all’inseguimento dell’avversario che gli aveva rubato la palla, scatenando l’ira tanto funesta quanto comprensibile di Allegri. D’altra parte, però, se ultimamente Morata è entrato in campo senza l’equilibrio necessario, ha in qualche modo a che fare con l’equivoco tattico che ha caratterizzato la prima fase della stagione. Il tentativo di giocare con il tridente o con un 4-3-1-2, hanno relegato lo spagnolo al ruolo di ala sinistra, allontandolo dalla porta e finendo per creargli un palpabile disagio tattico, di cui - per altro - lo stesso Alvaro si è garbatamente lamentato. E mentre succedeva tutto questo, la Juventus è passata al 3-5- 2, Dybala è sbocciato in tutto il suo meraviglioso talento e Mandzukic è esploso in tutta la sua prorompente potenza di goleador. Come dire: ci si è messo anche il destino a remare contro il bomber

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