© EPAMILANO - A inizio stagione l'Atletico Madrid non era fra le favorite per arrivare in finale di Champions League, ma Diego Simeone ci ha sempre creduto. «Ho sempre allenato con grande competenza, intensità e volontà realizzare i sogni», ha detto l'allenatore dei biancorossi alla vigilia della sfida col Real Madrid: «Nulla mi farebbe felice se non vincere. Poche squadre ci sono superiori; noi abbiamo stabilità, equilibrio, un'idea di lavoro, competenza. Io sono il leader di questa squadra, la sostengo al massimo per vincere». Simeone non si cura degli esteti che disprezzano la filosofia di gioco del "suo" Atletico: «Il calcio è come la politica e la religione, ognuno può avere la propria opinione. Ho grande rispetto per grandi giocatori come Ronaldo, sono opinioni rispettabili. Affonteremo il Real con la volontà di far male: il nostro atteggiamento non sarà diverso rispetto al passato. Molti dicono che giocare in contropiede non è bello. Per me è importante in funzione del risultato. Casemiro per il loro equilibrio è più importante...». «Noi guardiamo sempre avanti, cerchiamo sempre le migliori soluzioni, quelli che sono superstiziosi semplicemente sottovalutano il nostro lavoro. Il grande valore dell'Atletico è stato quello di reinventarsi sempre negli ultimi 4-5 anni: cerchiamo di andare avanti, di insistere, chi è tenace ce la fa sempre, come nella vita. Giocare una finale è sempre un sogno, un obiettivo supremo».
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FERNANDO TORRES - Ha già vinto una Champions con il Chelsea, ma farlo con la maglia della squadra in cui ha iniziato a giocare a 11 anni darebbe tutt'altra soddisfazione: «Questa è la partita della vita per me. E' la più bella, speciale e importante di tutta la mia carriera. Questo club mi ha dato la possibilità di giocare a calcio sin da piccolo. E Simeone mi ha dato la possibilità di tornare e lottare per quello che più voglio. Ho lottato tantissimo con la squadra per ottenere l'obiettivo. Per me questa finale significa tutto. Domani posso concretizzare con questo gruppo tutto quello che ho sognato fin da bambino. Ho giocato con tante grandi squadre, anche per la Nazionale spagnola, ma questa squadra è speciale. Spero che questo stadio diventi un luogo magico per me e per l'Atletico. San Siro domani sarà lo stadio dell'Atletico».
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