Juve, il Tottenham si vede ai quarti

Dopo il 2-2 allo Stadium, il club propone il rinnovo a Pochettino. E danno per scontato il passaggio del turno
Juve, il Tottenham si vede ai quarti© Getty Images

TORINO - Ora il Tottenham ci crede. Alla qualificazione e non solo. Dalle parti di White Hart Lane, dove i dirigenti osservano quotidianamente il loro stadio da oltre 900 milioni di euro venir su giorno dopo giorno, i dirigenti degli Spurs sentono che questo è il momento del rilancio. La squadra vista a Torino li ha convinti: «Siamo tra le grandi d’Europa». Ed allora si può subito ingaggiare una battaglia anche di mercato con i Campioni in carica del Real Madrid, già battuti nel girone, a Wembley, che tentano il tecnico Mauricio Pochettino, che piace anche al Psg. All’interesse dei francesi gli stessi dirigenti hanno risposto con una cert’aria di superiorità: «Solo il Real potrebbe essere in grado di attrarlo lontano da Londra», sostengono.

E alle speculazioni su un interesse delle merengues per Pochettino il club ha risposto offrendo un rinnovo nettamente al rialzo. Il contratto firmato nel 2016 gli riconosce 5,5 milioni di sterline l’anno (circa 6,5 tradotti in euro) e vale fino al 2021. Non ci sarebbe quindi nessuna fretta, anche se è da due anni che non si torna sul tema contrattuale e il momento sembra propizio, soprattutto perchè a farsi avanti è stata la società. Non ci sono ancora le cifre, ma Daniel Levy, noto per le campagne acquisti parsimoniose (fino allo scorso anno aveva un saldo di soli 5 milioni in negativo per le ultime 5 finestre estive di mercato, quest’anno si è mosso solo negli ultimi giorni per Sanchez e in gennaio per Lucas), ha messo sul tavolo un’offerta importante e contro le abitudini del club (che potrebbe arrivare fino a 8 milioni di euro, andando oltre quella che può essere la presumibile offerta del Real), incassando il gradimento di Pochettino che ha ammesso di essere lusingato e di voler restare nel club per almeno 10-15 anni. A costo di rifiutare una chiamata come quella del Real Madrid? L’argentino era calciatore più avvezzo alle entrate energiche che ai dribbling lesti, e l’interrogativo è rimasto nell’aria.

Come rimane nell’aria quella sensazione frizzantina di sentirsi nei quarti di finale a dispetto di 90’ (almeno) da giocare a Wembley, stadio che fu la croce nella fallimentare campagna europea dello scorso anno e invece quest’anno ha visto la squadra imporsi sempre con 3 gol all’attivo superando anche calibri come Borussia e lo stesso Real. Per questo anche i giocatori, come Eriksen (delizioso allo stadium al di là del gol) contribuiscono a creare l’euforia generale: «Siamo cresciuti di anno in anno - ha detto - ora il club è tra i migliori, molto diverso a quello che era quando arrivai qui», salvo poi misurarsi, ma non troppo, sui proclami: «Non so se siamo pronti per vincere la Champions League, il Tottenham darà tutto il possibile per mettere le mani su un trofeo».

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