Oliver ci ricasca. Terim: «Madrid gli ha causato un trauma psicologico»

L’arbitro torna in Champions e viene contestato per un rigore, stavolta non dato. Furioso il tecnico del Galatasaray: «Ha sbagliato di nuovo dopo aver cambiato il destino dell’ultima competizione»
Oliver ci ricasca. Terim: «Madrid gli ha causato un trauma psicologico»© www.imagephotoagency.it

TORINO - Sei mesi dopo è come se il tempo si fosse cristallizzato: Michael Oliver si era congedato dalla Champions League in mezzo alle contestazioni e l’ha ritrovata in mezzo alle contestazioni. L’arbitro inglese mancava da quell’11 aprile 2018, dalla ormai famosa serata al Bernabeu, quando assegnò il dubbio rigore realizzato da Cristiano Ronaldo che fece dissolvere l’impresa della Juventus (capace di rimontare le tre reti incassate all’Allianz Stadium) nel momento in cui era praticamente impossibile porre un ulteriore rimedio: si era nei minuti di recupero del match. Il Real ringraziò, volò in semifinale e, di lì a poco, all’ultimo atto della manifestazione: in quella partita di Kiev dove avrebbe disposto agevolmente del Liverpool, sollevando la tredicesima Champions della sua storia.

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Non si è invece commosso l’altra sera Fatih Terim, cha ha incrociato per primo la strada di Oliver in Champions League, nella trasferta del Galatasaray con il Porto: una sconfitta di misura e tante polemiche. Non sul campo, ma dopo. E con un ricordo al precedente del Bernabeu.

STORIA CAMBIATA - Tutta colpa di un “abbraccio” in area di Maxi Pereira ai danni di Serdar Aziz. Un intervento evidente, ma su cui Oliver ha tranquillamente sorvolato. Per la rabbia di Terim: «Tutti dicono che quello su Aziz fosse rigore, ma penso che Oliver sia diventato un po’ più selettivo dopo il penalty che ha fischiato a danno della Juventus contro il Real. Quel rigore gli ha causato un trauma psicologico, perché quella volta ha preso la decisione sbagliata, che ha cambiato il destino dell’ultima Champions League. Ha ignorato quanto successo ai danni di Serdar. Non mi serve ricusarlo, penso che gli ispettori dell’Uefa faranno il necessario anche se non mi aspetto molto: quando c’è una situazione in cui si deve decidere al 50 per cento, loro danno ragione all’altro...».

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