Cristiano Ronaldo in smart working: “È come se fossi là”

In isolamento a Torino, sprona i compagni e si prepara a fare il tifo davanti alla tv. Attende il tampone con esito negativo e spera di farcela in tempo per poter giocare contro il Barcellona
Cristiano Ronaldo in smart working: “È come se fossi là”© Juventus FC via Getty Images

TORINO - Suo malgrado Cristiano Ronaldo dovrà iniziare questa Champions League seduto sul divano. Un divano di super design, per carità, comodissimo ed ergonomicissimo. Posto a debita distanza da un televisore che probabilmente fa a gara con il maxischermo di un cinema in quanto a pollici e nitidezza d’immagine. E che è collegato, il televisore avveniristico, ad un impianto audio che praticamente farà sembrare a CR7 di averceli in soggiorno i 20mila tifosi della Dynamo in realtà presenti allo stadio.

Ciò non dimeno, il fatto è incontrovertibile, il portoghese avrà lo stesso stato d’animo d’una tigre al bioparco circondata dalle immagini della Malesia. Recluso in isolamento - sia pure, buon per lui, asintomatico - soffrirà parecchio in questo ruolo da semplice spettatore che gli è così poco congeniale. E spererà ancor di più che a forza di far tamponi ne arrivi uno che certifichi la sua negativizzazione al Covid 19 e gli permetta di far partire il conto alla rovescia per il rientro in campo.

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Sei giorni fa Ronaldo scopriva la sua positività al Covid

Sei giorni fa, situazione analoga. Ronaldo aveva appena scoperto la sua positività al Covid - in ritiro con il Portogallo - e aveva dovuto abbandonare i compagni che si apprestavano a sfidare la Svezia. Con grande spirito di squadra e solita pulsione da leader non aveva comunque mancato di farsi fotografare prima del fischio d’inizio del match davanti al televisore e perfettamente vestito come se avesse potuto scendere in campo: maglietta della Selecão con il suo numero 7 in bella mostra. Il messaggio a latere: «E’ come se fossi lì, forza Portogallo!».

Questa sera stesso copione, sia pure a tinte bianconere. “E’ come se fossi lì” rappresenta il messaggio di fondo, che CR7 ha fatto in modo giungesse ai compagni già prima della loro partenza per l’Ucraina.

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TORINO - Suo malgrado Cristiano Ronaldo dovrà iniziare questa Champions League seduto sul divano. Un divano di super design, per carità, comodissimo ed ergonomicissimo. Posto a debita distanza da un televisore che probabilmente fa a gara con il maxischermo di un cinema in quanto a pollici e nitidezza d’immagine. E che è collegato, il televisore avveniristico, ad un impianto audio che praticamente farà sembrare a CR7 di averceli in soggiorno i 20mila tifosi della Dynamo in realtà presenti allo stadio.

Ciò non dimeno, il fatto è incontrovertibile, il portoghese avrà lo stesso stato d’animo d’una tigre al bioparco circondata dalle immagini della Malesia. Recluso in isolamento - sia pure, buon per lui, asintomatico - soffrirà parecchio in questo ruolo da semplice spettatore che gli è così poco congeniale. E spererà ancor di più che a forza di far tamponi ne arrivi uno che certifichi la sua negativizzazione al Covid 19 e gli permetta di far partire il conto alla rovescia per il rientro in campo.

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