Koeman senza paura: "A Torino per fare il nostro gioco"

Sottolinea il tecnico del Barcellona: "Sarà decisiva, come sono sempre decisive le sfide tra le grandi". Pjanic: "Felice di essere qui, nella Juve 4 anni bellissimi. CR7 e Messi: due fenomeni"
Koeman senza paura: "A Torino per fare il nostro gioco"© Getty

TORINO - Non è il migliore dei Barcellona possibili quello che si presenta domani sera all'Allianz Stadium per affrontare la Juventus: il 3-1incassato nel deserto del Campo Nou nel Clasico di sabato contro il Real Madrid, l'assenza prolungata di uomini chiave come Ter Stegen oppure nell'immediato come Coutinho (ko) e Piqué (squalificato), il mal di pancia perenne di Leo Messi, che si traduce in prestazioni sottotono. Eppure Ronald Koeman rema controcorrente, in un contesto potenzialmente esplosivo, stante la contestazione perenne al presidente Bartomeu: «Con il Real per 60' è andata bene, a prescindere dal risultato. Ho visto una squadra con buone ambizioni, non con così tanti punti interrogativi. Quando ho accettato l'incarico sapevo che sarebbe stato complicato: i tanti cambiamenti, il tema del Covid che sta toccando tutti». Covid che, secondo il tecnico blaugrana, sta intaccando le gerarchie europee. Basta vedere le classifiche di Spagna, Italia e Inghilterra: «I risultati strani dipendono dalla situazione che si è creata. Condiziona soprattutto la mancanza di pubblico quando giochi in casa ed emergono squadre che tengono testa alle grandi».

A caccia di un risultato
Koeman pensa a una partita già decisiva: «Quelle tra le grandi sono sempre decisive. Per noi è importante fare un buon risultato, con il calcio che ci piace: quello che crea opportunità. Sarà un match ad alto livello. Ronaldo? Se ci sarà è un motivo in più per prepararsi al meglio. E non mi preoccupa l'assenza di Coutinho, abbiamo tante alternative là davanti. Dovremo avere equilibrio, cercando la profondità». L'ultima battuta è per Andrea Pirlo: «È più facile commentarlo come giocatore che come allenatore: era un centrocampista fortissimo. È in panchina da troppo poco tempo, se l'hanno scelto ci sarà un motivo, come è capitato a me. Servono tempo e tranquillità. Ma la Juve è forte: Dybala è un grande e Morata sa segnare».

Ritorno da batticuore
Chi è felice per il match uscito fuori dall'urna di Nyon è Miralem Pjanic, passato al Barcellona in estate nell'operazione Arthur: «Sono davvero contento di tornare qui, sono emozionato di giocare contro la mia ex squadra, sono stato davvero bene e in questi quattro anni ho dei ricordi belli. Sono felice di rivedere le persone con cui ho lavorato, la squadra e tutto lo staff. Peccato non poter salutare i tifosi. Sarà una partita difficile contro una squadra forte, dalla giusta mentalità e che, come noi, vuole arrivare prima nel girone». Il bosniaco ammette che gli sarebbe piaciuto lavorare con Pirlo: «Sarebbe stato bello condividere qualche anno. Gli serve tempo per impostare il suo gioco, ma sarà aiutato da tutti, a cominciare dagli anziani. Per me è stato bello rimettermi in questione e ripartire da zero. Soprattutto, far parte del Barcellona». E anche di poter raccontare, un giorno, di aver giocato insieme con i due più grandi di questa epoca: «Sono i più forti di tutti i tempi, forse. Ho passato due anni con Cris, ora vedo Messi dal vivo e scopro un extraterrestre: due fenomeni assoluti. Ho vissuto e vivo una esperienza eccezionale, in squadre come Juventus e Barcellona. Leo su Cr7: sa e legge tutto al riguardo».

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