Hierro snobba l'Atalanta: "Real Madrid, niente paura"

In vista della sfida di Champions League, l'ex capitano dei Blancos ammette: "Ai miei tempi i top club italiani erano ben altra cosa"
Hierro snobba l'Atalanta: "Real Madrid, niente paura"© EPA

Dopo la sfida di campionato contro il Napoli in programma domenica, l'Atalanta ospiterà mercoledì 24 febbraio il Real Madrid nell'andata degli ottavi di finale di Champions League. L'ex capitano e bandiera dei Blancos Fernando Hierro, parlando al quotidiano spagnolo AS, pur rispettando la Dea, ha sottolineato come la caratura delle formazioni italiane in Europa fosse superiore nel passato, quando lui era in campo: “Con tutto il rispetto del mondo, l’Atalanta è una squadra meravigliosa che gioca un calcio molto offensivo, ma ai nostri tempi i club italiani che abbiamo incontrato erano di diversa caratura. Se penso a Juventus, Inter, Milan, è ben altra cosa. Gli italiani, a quei tempi,  erano i dominatori d’Europa. Si sono sempre distinti per potenza fisica e tattica. Erano due concetti che funzionavano molto bene. Poi nel primo decennio degli anni 2000 li abbiamo subentrati. Ecco perché il Madrid ora deve avere fiducia nelle sue possibilità, perché l’Atalanta non è una da cui lasciarsi intimorire”.

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Hierro ha affrontato formazioni italiane 15 volte: due, entrambe da dimenticare, contro il Milan, gioie e dolori contro la Juventus, incontrata cinque volte, due partite contro Torino e Lazio, una contro l’Inter e tre con la Roma. E i ricordi non sempre sono felici: “Erano molto organizzate tatticamente. Il primo ricordo è il Milan di Sacchi. Io non c’ero ma i miei compagni mi hanno parlato di quel 5-0. L’ultima volta invece è stata contro la Juve, nel 2003. Una squadra straordinaria, perdemmo 3-1, Figo sbagliò un rigore, Ronaldo si infortunò e il gol di Zidane non ci è bastato. Avrei voluto salutare l’Europa e la Champions vincendo. Incontrare le italiane mi ricorda anche la Septima, la Coppa più importante della storia recente del Real. Vincere è stato importante per liberarci di una ossessione di una vittoria che non arrivava da 32 anni”.

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