Zenit alla brasiliana: tecnica, fraseggio e ricerca del gol

La Juve può far male combinando attacco alla profondità e ricerca dell’uomo libero fuori dall’area: ecco l’analisi tattica della sfida di Champions tra le squadre di Semak e Allegri
Zenit alla brasiliana: tecnica, fraseggio e ricerca del gol© EPA

TORINO - Non è più lo Zenit che nel calciomercato del 2012 piazzava il colpo più costoso d’Europa, 55 milioni, per portare Hulk dal Porto a San Pietroburgo, ma la vocazione brasiliana è rimasta. Sono quattro i verdeoro a disposizione di Sergey Semak: fondamentali il terzino sinistro Douglas Santos, il centrocampista Wendel e l’ala Malcom, prezioso il trequartista Claudinho, spesso utilizzato a partita in corso. E brasiliano è anche il modo di giocare dello Zenit, basato su tecnica, fraseggio e ricerca del gol. Almeno nella Premier League russa, dove la formazione di San Pietroburgo, capolista, ha il miglior attacco (23 gol in 11 partite), è seconda per possesso palla (56,8%), prima per numero di passaggi e seconda per percentuale di dribbling riusciti: 56,2% contro il 56,5% dello Spartak (dati Wyscout). Attitudine mantenuta anche in Europa contro il Malmoe, travolto per 4-0, non a Londra nella sconfitta per 1-0 contro il Chelsea, dove il possesso è sceso al 35% e i tiri a 6 rispetto alla media di 15,8 a partita in campionato.

Attenzione, però, perché anche a Stamford Bridge lo Zenit è stato pericoloso. Addirittura più del Chelsea, stando al dato Wyscout degli excpected gol (parametro che assegna ad ogni tiro una probabilità di trasformarsi in rete, basata su dati statistici storici relativi a posizione, tipologia di assist eccetera): 0,94 quello dei blues, 1,16 quello dei russi, impennatosi nella ripresa grazie all’occasione mancata per un soffio all’80’ da Dzyuba, entrato cinque minuti prima. Occasione che il centravanti e capitano dello Zenit aveva anche contribuito a costruire con una sponda aerea su un lancio dalla difesa.

L’esperto attaccante, 33 anni, incarna l’identità russa della squadra di Semak, una sorta di Ivan Drago con i suoi 197 centimetri d’altezza per 97 chili di peso, abilissimo nell’usare i secondi nei corpo a corpo e i primi nel gioco aereo. Lui e l’iraniano Serdar Azmoun, tecnico e potente, sono gli sbocchi del fraseggio brasiliano con cui lo Zenit risale il campo: Azmoun è letale servito nei pressi dell’area, Dzyuba può fare da sponda per gli inserimenti (3 assist in campionato) o colpire sui cross. Non a caso lo Zenit è la seconda squadra della Premier League russa per numero di cross (213) e la terza per conclusioni di testa: 26. Di queste 10 portano la firma del centravanti, tre finite in porta e una sul palo.

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