Blanc, tra i flop e il colpo Stadium

Il passato bianconero del direttore generale del Psg. Arrivò alla Juve nell'anno della B: delusioni dopo la risalita
Blanc, tra i flop e il colpo Stadium

INVIATO A PARIGI - Purtroppo Poulsen, ma per fortuna lo Stadium. Riassumendo in due concetti sostanziali ed emblematici, eccola qua la gestione Jean Claude Blanc, in casa Juventus. Sportivamente parlando, siamo al tutt’altro che memorabile da un lato, ma da un punto di vista immobiliare c’è un che di seminale ed epocale. L’attuale direttore generale del Paris Saint Germain (da oltre 10 anni), resterà comunque sempre nella storia della Juventus.

Uno e trino

Laureato in International Business a Nizza e specializzato in Business Administration all'università di Harvard, prima di entrare nel mondo del calcio era stato direttore marketing dei Giochi olimpici invernali di Albertville, poi direttore generale nella società che organizza eventi sportivi come il Tour de France, la Parigi-Dakar e il Roland Garros.  
Jcb ha ricoperto il ruolo di direttore generale ed amministratore delegato della società bianconera dal 29 giugno 2006. Non solo: il 27 ottobre 2009 il consiglio d’amministrazione lo ha eletto quale secondo presidente straniero nella storia juventina. A posteriori Blanc raccontò il primo incontro con John Elkann - azionista di Exor e azionista di riferimento del club - datato 31 dicembre del 2004, a Marrakech. Da lì a tre mesi, la proposta ufficiale. «Una scelta per creare una rottura con il passato».

Zero titoli

Purtroppo la rottura con il passato è stata fin troppo radicale. Subito la promozione dalla Serie B, con qualche commento non felicissimo in merito: «È stata una straordinaria avventura. Ogni volta le squadre che ci affrontavano giocavano la partita della vita. Questa avventura ci ha restituito la simpatia che avevamo perso». L’operazione simpatia, diciamo così, è proseguita con l’assoluta assenza di titoli. La rottura con Didier Deschamps, poi Ranieri, Ferrara, Zaccheroni. Gli acquisti sbagliati di Poulsen, Diego, Felipe Melo…

Mattoni di futuro

Come detto, però, sul fronte Stadium la svolta è stata epocale. Ha dichiarato a L’Equipe: «Non ho molti amici tra i giornalisti in Italia. Bisogna passare sopra le critiche a accettare i colpi che arrivano. Non cambierò rotta, ci riusciremo, continuo sul cammino tracciato. Saremo il primo club italiano proprietario di uno stadio, vedremo se gli altri ci riusciranno. Secondo me quello che dà maggiore fastidio è il fatto che un francese sia arrivato a fare ciò»

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