La Juve si aggrappa a Di Maria: ad Haifa con l’Angel custode

La classe del Fideo imprescindibile per i bianconeri in crisi di idee e personalità

INVIATO A MILANO - Serve Angel Di Maria a tutti i costi. Una squadra come la Juventus non può aggrapparsi a un solo uomo, ma la situazione attuale non offre molte alternative: il genio del Fideo, capace di accendere i compagni con un’accelerazione o una giocata in verticale, in grado di cambiare le sorti di una partita con un assist illuminante o con una visione delle sue a innescare un’azione pericolosa. Senza una adeguata struttura di gioco, i bianconeri dipendono giocoforza dall’estro e dall’abilità dei singoli: dover rinunciare a Di Maria, per questa Juventus nella condizione attuale, è una mazzata che pesa doppio. Il cartellino rosso rimediato a Monza, per gomitata di reazione a Izzo, è stato devastante proprio perché ha costretto Max Allegri a non poter schierare il suo “spacca-partite” nel big match del Meazza: una rinuncia che la squadra non può evidentemente permettersi, considerando l’impatto dell’argentino specialmente quando sta bene dal punto di vista fisico.

Si è visto in Champions nell’unica vittoria europea finora agguanta dai bianconeri contro il Maccabi Haifa (ieri sconfitto 1-0 in casa del Maccabi Bnei Raima): tre assist per certificare il proprio status di elemento irrinunciabile al quale chiedere il salto di qualità che a Milano è mancato. E la Juventus cerca ancora il successo in trasferta: un segnale di debolezza al quale porre rimedio a cominciare da martedì, quando la trasferta israeliana offrirà a Bonucci e compagni l’occasione per rilanciarsi e per rigenerarsi anche dal punto di vista psicologico. Allegri è stato chiaro nell’analizzare il momento che sta vivendo la sua squadra: troppi passaggi sbagliati, troppi errori tecnici evitabili, troppa incertezza che porta poi a passare indietro il pallone. In questo senso riavere Di Maria è fondamentale anche per dare coraggio ai compagni e per aumentare il tasso tecnico: l’argentino, con la sua presenza e con le sue giocate, migliora la squadra e a beneficiarne per primo può essere Dusan Vlahovic. Il serbo continua a non segnare a San Siro: ormai è una sorta di maledizione, ieri in particolare non ha mai tirato in porta e non si è mai visto, se non nell’occasione in cui con un passaggio sbagliato ha innescato la fuga di Brahim Diaz per il 2-0. Riavere al proprio fianco l’Angel custode può essere la medicina migliore per superare anche sotto il profilo mentale la batosta presa a Milano. Martedì a Haifa è probabile il ritorno tra i titolari anche dell’altro argentino, Leandro Paredes, rimasto fuori dall’undici di partenza in favore di uno spento Locatelli: con una soluzione tattica diversa, il regista ex Psg può dare ordine e sostanza, aspetti che sono mancati a San Siro contro la travolgente mediana rossonera. La Juventus deve invertire la rotta in trasferta e ha due partite di fila adesso per mostrare quella reazione invocata da Allegri: Maccabi Haifa e il derby. E nel frattempo aspetta il rientro dei lungodegenti Federico Chiesa e Paul Pogba, altri due singoli che potranno fare la differenza. Ma adesso la Juventus deve trovare al suo interno le energie per risollevarsi, a cominciare da martedì.

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