C'è una Juve che in Champions va alla grande: Conte, Tudor, Paratici, Bentancur...

Dal Tottenham al Marsiglia: gli ex bianconeri che vincono
C'è una Juve che in Champions va alla grande: Conte, Tudor, Paratici, Bentancur...

TORINO - La Juve di oggi arranca, provoca inquietudini e ansie impreviste, a qualcuno fa quasi lo stesso effetto addormentante di una noiosa tappa in linea del Tour o di un ininfluente Gran Premio di Formula 1, di quelli che non cambiano classifiche e scenari. La Juve di ieri, che non significa del secolo scorso ma di qualche anno fa, in Champions non solo vince: si piazza in testa al proprio girone di qualificazione agli ottavi, esalta la gente, fa godere i tifosi. È la Juve che l’aficionado nostalgico dei bei tempi vede ancora riflessa in Antonio Conte e Fabio Paratici, in Igor Tudor e Pablo Longoria e Javier Ribalta. Meglio ancora, perché poi la differenza sul campo salta agli occhi, in Rodrigo Bentancur e Dejan Kulusevski. Insomma, c’è una Juventus che s’impone e guadagna consensi in Europa. Dove? Nel gruppo D della Champions League.

Hai visto Bentancur e Kulusevski?

Già, gli Spurs e l’OM guidano il girone della Coppa che vale di più davanti ai portoghesi dello Sporting, che hanno gli stessi punti (6) dei francesi ma con gli scontri diretti a sfavore, mentre i tedeschi dell’Eintracht (4) non sono ancora tagliati fuori. Anzi, è tutto in gioco a 180 minuti dal gong. Nessun tifoso juventino riesce a cancellare rabbia e umiliazioni guardando altrove e provando così a dimenticare i disastri della Juventus di Massimiliano Allegri. Però non si può far finta di nulla e osservare con distacco o indifferenza l’ascesa nel livello delle prestazioni di Bentancur e Kulusevski in Premier e in Europa, visto che evidentemente sulle cessioni di entrambi l’avallo del tecnico bianconero non è mai stato un mistero. L’uruguaiano lasciò la Juve a fine gennaio al costo di 19 milioni più bonus, lo svedese idem ma in prestito oneroso biennale (3 milioni fino al giugno scorso, poi 7) con obbligo di riscatto (del valore di 35 milioni) che scatta al verificarsi di determinate condizioni. I sei gol segnati da quando gioca a Londra qualcosa conteranno.

Tudor, Igor il terribile

Anche a Marsiglia vivono giorni meravigliosi. L’Olympique, terzo a tre punti di distanza dal Paris Saint-Germain capolista, è pienamente in corsa per un posto agli ottavi di Champions. Merito di Tudor (due scudetti e due Supercoppe da difensore-centrocampista della Juve), che dopo la deludentissima stagione da vice incompreso di Andrea Pirlo in bianconero si sta rifacendo con gli interessi delle amarezze passate, costruendo un ideale filo comune tra i successi da “capo” del Verona condotto alla salvezza e le attuali soddisfazioni all’OM. Al vertice del club si staglia il profilo di uno dei più giovani presidenti di una squadra di calcio: Longoria, già capo degli osservatori della Juventus (fu lui a spingere per l’ingaggio di Bentancur), è passato dalla carica di direttore sportivo a quella di presidente, ricoperta da fine febbraio. Il ds, oggi, è Javier Ribalta, altro giovane rampante, pronto a scalare le tappe del successo da ex responsabile scouting della Juve per cinque anni, passando per le esperienze successive con Manchester United, Zenit San Pietroburgo e Parma. Da luglio il 42enne è il responsabile del mercato del Marsiglia. Nell’attesa della risalita, i tifosi bianconeri cercano consolazione altrove, provando a stare a galla tra i guizzi di Alexis Sanchez e i sublimi gesti tecnici di Son e Harry Kane. E provando a immaginare una trasfigurazione collettiva in cui, onestamente, oggi credono in pochi.

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