Facciamo due calcoli: ci sono 36 squadre. Possono fare da un minimo di 0 punti a un massimo di 24. Il che significa che esistono 25 potenziali gradini della classifica. Quindi, se le squadre si distribuissero in modo omogeneo, si avrebbero come minimo 11 ex aequo. Nella realtà saranno probabilmente molti di più, con la concreta possibilità di avere anche più di due club con gli stessi punti (36 squadre e solo 8 partite per metterle in graduatoria creeranno addensamenti). A quel punto il regolamento dice che contano i gol: la differenza reti, i gol totali, i gol segnati in trasferta, eccetera. È giusto? Non del tutto perché - per esempio - se due squadre dovranno confrontare i loro gol per guadagnare il 24° posto evitando l’eliminazione, lo faranno dopo aver incontrato avversari diversi, in condizioni diverse. È vero che i sorteggi hanno tenuto conto delle fasce, ma queste sono molto eterogenee (nella quarta fa differenza pescare l’Aston Villa e lo Slovan).
Sì, è sempre successo così, ma nel chiuso dei gironi le quattro squadre si misuravano nelle stesse condizioni, ovvero affrontando le stesse avversarie in partite di andata e ritorno. Ora le avversarie sono diverse, così come le condizioni, ma si può guadagnare o perdere la qualificazione agli ottavi per un gol, segnato magari in una goleada contro una squadra che nelle ultime giornate non ha più speranze di qualificarsi. Vedremo. Questa formula ha bisogno di realizzarsi per essere giudicata. L’impressione, per ora solo tale, è che il classificone renderà divertente lo spettacolo (anche perché segnare sarà dunque molto più importante di prima), ma non necessariamente più giusto sotto il profilo sportivo. Per ora, l’unica cosa che abbiamo capito è che il problema era il nome “Superlega”, bastava chiamarla “Nuova Champions” e filava tutto liscio. A saperlo...