Come a scuola, cominciata ieri anche per gli ultimi studenti italiani a tornare sui banchi, anche per la Champions League che invece comincia oggi all’inizio è bene ripassare. Ripassare il regolamento, in questo caso, visto che siamo di fronte a un torneo completamente nuovo e dal formato insolito. La principale novità è che non ci sono più i gironi, ma una classifica unica che racchiuderà tutte e 36 le squadre partecipanti, come in un maxicampionato. Diversamente da quanto accadrebbe in un campionato, però, le squadre non si affronteranno tutte tra loro: per ognuna sono state sorteggiate otto partite (con due avversarie per ciascuna delle quattro fasce di valore), da giocare metà in casa e metà in trasferta. Juventus e Psv Eindhoven, per esempio, non avranno avversari in comune.
Otto partite in tutto per ciascuna delle 36 squadre in corsa, che dovranno cercare di conquistare più punti possibili per piazzarsi tra le prime otto, ammesse direttamente agli ottavi, o almeno tra il 9° e il 24° posto, che permetteranno di accedere agli spareggi da cui usciranno le altre otto qualificate. Gli spareggi verranno sorteggiati con questo criterio: i club dal 9° al 16° saranno teste di serie e verranno abbinati (dall’urna) a qualsiasi club dal 17° al 24°. Quindi non ci sono vantaggi ad arrivare 9° o 16° a parte quelli economici. Addio all’Europa per le ultime 12 in classifica e per le sconfitte negli spareggi. Quanti punti serviranno per raggiungere il traguardo principale, o almeno quello minimo? È il grande interrogativo che aleggia su questa Champions completamente nuova.