Inter, impresa da Triplete a Monaco: Lautaro alla Milito, Frattesi asso Inzaghi

Dopo quattro anni cade l'imbattibilità dell'Allianz Arena in Europa, ora sono quattro le partite che mancano ai nerazzurri per alzare il trofeo

Quattro come gli anni di imbattibilità del fortino di Monaco prima di stasera, quattro come le partite che mancano a questa Inter per alzare la Champions: sul campo dove si giocherà anche la finale è impressionante la prestazione della squadra di Inzaghi, demone non solo per i tifosi ma anche per gli avversari. L'Inter domina per lunghi tratti l'andata del quarto di finale in casa del Bayern, tornando a casa dalla trasferta tedesca con un trionfo di misura ma largamente meritato, che mette una seria ipoteca sul passaggio del turno da giocarsi a San Siro, tra le mura amiche e talismane. E dall'altra parte l'Arsenal fa praticamente fuori il Real Madrid, iniziando a creare i presupporti per una finale largamente alla portata dei nerazzurri.

 

 

Prestazione pazzesca di squadra e anche dei singoli: Lautaro mondiale con gol da nove e regia offensiva da dieci, Barella alla Matthaus come lo stesso Lothar lo aveva battezzato nel siparietto pre partita con Bergomi, Acerbi insuperabile nel rendere Kane un intruppone, Bastoni dominante alla Cannavaro a sporcare e chiudere praticamente ogni offensiva. E il 2-1 arriva con entrambi gli esterni titolari, Dimarco e Dumfries, fuori per infortunio: questa Inter viaggia spedita verso il sogno.

 

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Kane, un palo che grazia l'Inter. Carlos Augusto spreca

Palleggia l'Inter, con personalità, nella tana del Bayern; ma i nerazzurri sanno anche soffrire, Acerbi soffoca Kane, Bastoni controlla Olise - e Sommer fa buona guardia sul suo sinistro -, Calhanoglu risponde con un missile nello specchio respinto dalla barriera difensiva tedesca. Altre parate di Sommer nel primo quarto d'ora, Kane di testa e Olise da fuori area, tedeschi compatti e aggressivi nella metà campo avversaria e gli uomini di Inzaghi costretti a rischiare o a spedire il pallone in avanti un po' alla cieca. Kompany l'ha impostata uomo su uomo, asfissiante il Bayern: Sommer ancora decisivo con un doppio intervento, Guerreiro-Kane su palla persa in posizione pericolosissima.

 

Quando però salta la marcatura c'è l'altra faccia della medaglia tedesca, i nerazzurri hanno spazi in ripartenza potenzialmente letali: Carlos Augusto ne completa una, da ottima posizione, prendendo però solo l'esterno della rete, Lautaro ne spreca un'altra cadendo nell'uno contro uno in area contro l'ultimo difensore tedesco. Prima però la grandissima occasione per il Bayern, con l'errore di Pavard che innesca Olise, area tagliata in verticale scartando tutta la difesa e cioccolatino per Kane che deve solo spedirla in porta, centrando al contrario solo il palo esterno.

 

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Thuram per Lautaro, un gol capolavoro: Inter avanti

Azione da playstation, gol capolavoro, l'Inter va avanti da padrona nello stadio che ospiterà la finale di Champions: lancio per gli attaccanti, palla a terra di Lautaro, manovra per l'esterno che si inserisce - Carlos Augusto nella fattispecie - e cross, tacco di Thuram per il Toro che prima rifinisce e poi finisce con un esterno destro di classe purissima che si insacca senza lasciare speranza al portiere. È il 38' e i nerazzurri sono davanti meritatamente a Monaco, rimbalzando la reazione timida del Bayern e chiudendo anche l'intervallo davanti con un'altra occasione importante sui piedi di Thuram, che galvanizzato dall'assist sforna colpi di tacco ma non la stoccata decisiva in area.

Urbig si oppone alla doppietta del Toro, Bayern impreciso

Si riparte senza cambi, nonostante il toccarsi la coscia di Lautaro, più volte ripetuto durante la prima frazione. L'argentino spende un giallo strategico per fermare Olise in contropiede, poi ha sul destro il pallone della doppietta ancora servito da Thuram, Urbig con un braccio sul primo palo gliela nega e tiene a galla i suoi, travolti dalle folate offensive nerazzurre. Venti minuti del secondo tempo e il vantaggio Inter resiste: Stanisic di testa, Guerreiro al volo entrambi alti. Anche Mkhitaryan si prende il giallo per fermare Kane ai 25 metri, venti minuti alla fine.

 

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Kompany-Inzaghi, le pescate: Mueller non perdona, neanche Frattesi

Dentro Mueller insieme a Gnabry e Boey, l'Allianz Arena esplode per la leggenda bavarese. Fuori Guerreiro, Sane e soprattutto Kim, difesa già in emergenza e ora completamente inedita, Kompany le prova tutte per pareggiare. Inzaghi risponde lucido: fuori l'armeno diffidato per Frattesi.  Bayern alla disperata, Inter a denti stretti: Kane colpisce a botta sicura in maniera imbarazzante, mandando quasi in fallo laterale, Mueller molto meglio su assist di un Gnabry straripante ma Bastoni completa la sua serata alla Cannavaro sporcando anche questa conclusione.

 

Darmian ha i crampi, non ce la fa più, Inzaghi non vorrebbe mai ma deve sostituirlo e manda dentro Bisseck che si fa trovare impreparato su un pallone rimesso dentro da Laimer, Mueller non perdona e insacca l'1-1 all'85'. Rimonta coronata, ma in tre minuti la spregiudicatezza dell'undici di casa paga dazio nuovamente, e c'è ancora una grandissima giocata di Lautaro a innescare Carlos Augusto sulla fascia e il suo cross per Frattesi, il bomber ombra di Inzaghi: stavolta non c'è tempo di rimontare, stavolta il Bayern deve piegarsi davvero, con un altro pezzetto di cielo europeo che si colora di nerazzurro. Alla Coppa mancano solo quattro partite. 

 

 

 

 

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Quattro come gli anni di imbattibilità del fortino di Monaco prima di stasera, quattro come le partite che mancano a questa Inter per alzare la Champions: sul campo dove si giocherà anche la finale è impressionante la prestazione della squadra di Inzaghi, demone non solo per i tifosi ma anche per gli avversari. L'Inter domina per lunghi tratti l'andata del quarto di finale in casa del Bayern, tornando a casa dalla trasferta tedesca con un trionfo di misura ma largamente meritato, che mette una seria ipoteca sul passaggio del turno da giocarsi a San Siro, tra le mura amiche e talismane. E dall'altra parte l'Arsenal fa praticamente fuori il Real Madrid, iniziando a creare i presupporti per una finale largamente alla portata dei nerazzurri.

 

 

Prestazione pazzesca di squadra e anche dei singoli: Lautaro mondiale con gol da nove e regia offensiva da dieci, Barella alla Matthaus come lo stesso Lothar lo aveva battezzato nel siparietto pre partita con Bergomi, Acerbi insuperabile nel rendere Kane un intruppone, Bastoni dominante alla Cannavaro a sporcare e chiudere praticamente ogni offensiva. E il 2-1 arriva con entrambi gli esterni titolari, Dimarco e Dumfries, fuori per infortunio: questa Inter viaggia spedita verso il sogno.

 

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