Chivu: "Niente teoria, all'Inter uomini veri. Lautaro, nessun caso ma deve imparare una cosa"

Le parole del tecnico nerazzurro alla vigilia della sfida Champions contro i gli esordienti del Kairat Almaty
Chivu: "Niente teoria, all'Inter uomini veri. Lautaro, nessun caso ma deve imparare una cosa"

Archiviata la vittoria contro il Verona, arrivata nel recupero e con strascichi polemici per l'episodio del fallo di Bisseck, per l'Inter di Chivu è tempo di tuffarsi verso la quarta giornata della League Phase della Champions. Per il momento il cammino dei nerazzurri è immacolato con tre vittorie in altrettante gare disputate e va a caccia dell'en plein in casa contro gli esordienti del Kairat Almaty. Una vittoria porterebbe i nerazzurri a 12 punti e affronterebbe gli ultimi quattro match, sulla carta più complicati, con un aspetto mentale più favorevole. Ma proprio l'allenatore dell'Inter non vuole sentir parlare di gare facili: "Io non sto ad ascoltare e a vedere cosa dicono gli altri. Io so che ci aspetta una gara importante e non semplice perché parliamo di Champions".

Chivu, conferenza Inter-Kairat

L'allenatore inizia così in conferenza alla vigilia della sfida contro il Kairat: "Giocare la Champions e vincere non è mai scontato, dove ci sono squadra vincenti nei rispettivi campionati. Loro hanno fatto quattro turni preliminari eliminando anche squadre importanti. Ognuno è libero di pensare e dire quello che vuole, ma noi come gruppo non abbiamo mai mancato di rispetto a nessun avversario. Miglioramenti? Possiamo farlo sempre e stiamo lavorando per questo. Si cade e ci si rialza. Arriveranno momenti in cui ci sarà una tempesta ma il calcio e la vita sono così. I ragazzi sono bravi e maturi. Mi è piaciuto anche come ha risposto Carlos visto che avete anche cercato di metterlo in difficoltà. Lui è maturo come tutto il gruppo e bisogna stare sempre in piedi a testa alta quando arriva la tempesta".

Lautaro, pressione e riposo

Sull'attacco: "Prima di tutto ho tutti e quattro gli attaccanti a disposizione. Io non penso mai di dover far riposare qualcuno in virtù della prossima gara perché io devo pensare a questa. Io posso contare su 22 titolari e ancor più importanti sono i cinque che entrano perché possono cambiare le gare. Con Lautaro state cercando di montare un caso ma per me non lo è, perché quando non segna lui segnano altri e siamo comunque la squadra che ha fatto più gol sin qui, poi parlate dei gol subiti ma a me piace ogni tanto anche vincere 4-3. Cosa dico a Lautaro quando ha questi momenti? Sorriso, felicità, passione. A volte quello che sente come responsabilità gli annebbia i pensieri. Lautaro è un leader, io gli ho detto di imparare a sorridere un po' di più dicendogli: 'Sai chi sei e sai quanto lavori e quello che rappresenti per noi e quanto ti ammiriamo'".

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Sulla difesa e le condizioni di Josep Martinez

Poi Chivu risponde a chi gli chiede delle scelte in difesa: "La teoria non esiste, per me esiste il campo e tutti i difensori a disposizione possono giocare al centro o da terzi centrali. Sono tutti grandi palleggiatori e sanno colpire di testa. A volte qualcuno di loro ha più velocità e questo influisce sulle scelte che faccio e sono tutte fatte per il bene della squadra. Le scelte sui centrali dipendono dall'avversario? Io mi prendo la responsabilità delle scelte che faccio così non metto in difficoltà nessun altro. Si parla di meritocrazia ma i miei ragazzi hanno sempre dato il massimo in allenamento, qualcuno più incazzato per non aver giocato. Ma tengo conto del minutaggio cercando di accontentare tutti per non creare squilibri. Josep Martinez? Per noi è importante averlo dentro al gruppo perché sta vivendo un momento difficile ed è una cosa molto delicata, avrà questa cosa sulla coscienza per sempre e dovremo essere bravi anche ad aiutarlo".

Chivu: "Per vincere bisogna saper perdere"

A chiudere un discorso importante dell'allenatore nerazzurro: "La prima regola è saper perdere, perché se non sai perdere poi non sai nemmeno vincere. Sono contento dei miei ragazzi perché rispettano la squadra e lo stemma che hanno sul petto e non pensano al cognome sulla schiena. Capiscono l'importanza del gruppo, della società, dei tifosi. La perfezione non esiste, bisogna stare in piedi nella tempesta e alzarsi con la schiena dritta. Poi forse qualcuno fuori non sa accettare la sconfitta. Il gruppo è fatto di uomini veri, loro seguono solo sempre quello che hanno sognato da bambini. Carlos ha detto che vuole vincere e imparare e andare al Mondiale".

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Carlos Augusto: "Mi sento più integrato nel gruppo"

Assieme al tecnico nerazzurro ha parlato anch Carlos Augusto: "Sappiamo che in questa Champions è importante vincere e fare punti con tanta differenza reti. Non ci sono partite facili, ma giochiamo in casa e dobbiamo essere concentrati su di noi siccome poi ci aspettano gare difficili. Loro verranno qui per cercare. Problemi a destra? Il gol preso è un caso, c'è la bravura degli avversari. In alcuni momenti noi calciatori dobbiamo essere più concentrati, lavoriamo bene e c'è da continuare così. Mentalità? Durante una gara esistono diversi momenti e bisogna anche saper soffrire. Vittorie come quella di Verona aiutano anche ad aumentare l'entusiasmo della squadra. Possiamo migliorare ancora e vogliamo continuare a crescere. Ruolo? Mi sento più integrato, anche i giovani che sono arrivati. Il mister fa le rotazioni, sta sempre con noi e questo aiuta a trovare più fiducia. Quando abbiamo l'opportunità di giocare dobbiamo fare del ostro meglio per mettere in difficoltà il mister. Siamo un bel gruppo. Posso giocare esterno o terzo centrale, voglio giocare e continuare a imparare".

Il Brasile e la chiamata di Ancelotti

Poi la domanda sul Brasile e le convocazioni di Ancelotti: "La nazionale è un obiettivo di tutti, ma io prima penso all'Inter ma è chiaro che c'è il Mondiale e farò del mio meglio per approfittare di una possibile chiamata. Il mister parla sempre con noi e in Champions siamo più concentrati e anche in campionato dovremmo essere così. Dobbiamo lavorare, indipendentemente dall'avversario e fare sempre meglio. Dopo il finale della stagione scorsa, il mister è arrivato con la sua esperienza e sa cosa vuol dire stare dentro un gruppo vincente siccome è stato un grande giocatore. Ci ha dato la fiducia giusta e gli stimoli per ritornare ai nostri livelli. A livello personale? Si può sempre migliorare, nessuno è perfetto"

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Archiviata la vittoria contro il Verona, arrivata nel recupero e con strascichi polemici per l'episodio del fallo di Bisseck, per l'Inter di Chivu è tempo di tuffarsi verso la quarta giornata della League Phase della Champions. Per il momento il cammino dei nerazzurri è immacolato con tre vittorie in altrettante gare disputate e va a caccia dell'en plein in casa contro gli esordienti del Kairat Almaty. Una vittoria porterebbe i nerazzurri a 12 punti e affronterebbe gli ultimi quattro match, sulla carta più complicati, con un aspetto mentale più favorevole. Ma proprio l'allenatore dell'Inter non vuole sentir parlare di gare facili: "Io non sto ad ascoltare e a vedere cosa dicono gli altri. Io so che ci aspetta una gara importante e non semplice perché parliamo di Champions".

Chivu, conferenza Inter-Kairat

L'allenatore inizia così in conferenza alla vigilia della sfida contro il Kairat: "Giocare la Champions e vincere non è mai scontato, dove ci sono squadra vincenti nei rispettivi campionati. Loro hanno fatto quattro turni preliminari eliminando anche squadre importanti. Ognuno è libero di pensare e dire quello che vuole, ma noi come gruppo non abbiamo mai mancato di rispetto a nessun avversario. Miglioramenti? Possiamo farlo sempre e stiamo lavorando per questo. Si cade e ci si rialza. Arriveranno momenti in cui ci sarà una tempesta ma il calcio e la vita sono così. I ragazzi sono bravi e maturi. Mi è piaciuto anche come ha risposto Carlos visto che avete anche cercato di metterlo in difficoltà. Lui è maturo come tutto il gruppo e bisogna stare sempre in piedi a testa alta quando arriva la tempesta".

Lautaro, pressione e riposo

Sull'attacco: "Prima di tutto ho tutti e quattro gli attaccanti a disposizione. Io non penso mai di dover far riposare qualcuno in virtù della prossima gara perché io devo pensare a questa. Io posso contare su 22 titolari e ancor più importanti sono i cinque che entrano perché possono cambiare le gare. Con Lautaro state cercando di montare un caso ma per me non lo è, perché quando non segna lui segnano altri e siamo comunque la squadra che ha fatto più gol sin qui, poi parlate dei gol subiti ma a me piace ogni tanto anche vincere 4-3. Cosa dico a Lautaro quando ha questi momenti? Sorriso, felicità, passione. A volte quello che sente come responsabilità gli annebbia i pensieri. Lautaro è un leader, io gli ho detto di imparare a sorridere un po' di più dicendogli: 'Sai chi sei e sai quanto lavori e quello che rappresenti per noi e quanto ti ammiriamo'".

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