Roma-Feyenoord, Mourinho: "Conference per la storia". Pellegrini: "Noi squadra vera"

La conferenza stampa dei giallorossi prima della finale di Tirana. Mancini: "Pensavamo fosse la coppa dello scherzo, non è così"
Roma-Feyenoord, Mourinho: "Conference per la storia". Pellegrini: "Noi squadra vera"© Getty Images

TIRANA (Albania) -  "Non so cosa farà il Feyenoord domani, alle volte giocano in maniera diversa dal loro solito. Ma so come vogliamo giocare noi". Così José Mourinho inquadra la finale di Conference League di domani, Roma-Feyenoord. "Loro hanno avuto più tempo per prepararla - ha aggiunto a Sky, da Tirana - la tensione è forte, anche la mia, ma dobbiamo prepararla come tutte le altre partite". Buoni segnali per Mkhitaryan, appena tornato in gruppo da un infortunio muscolare: "È in forma fisica per dare una mano alla squadra: ieri si è allenato e ha fatto buoni test, oggi si è unito al resto della squadra".

La conferenza stampa di Mourinho

L'allenatore della Roma ha parlato ampiamente anche nella consueta conferenza stampa della vigilia: "Siamo arrivati alla fine del percorso di questa stagione, con due finali da giocare nello spazio di 4 giorni (allude all'ultima di campionato vinta a Torino, n.d.r.). La prima finale ci ha dato quel che meritavamo, che noi avevamo come target ossia qualificarci all'Europa League e quindi migliorare la classifica precedente. Abbiamo vinto quella finale lì. Per me era una finale dove non si poteva scrivere la storia, ma semplicemente finire il lavoro di una stagione e raggiungere l'obiettivo. Questa finale è storia, una storia che si è già scritta per arrivare qui a giocare una finale europea dopo tanti anni. Ma, quando arrivi in finale, devi fare tutto il possibile per scrivere davvero la storia, ossia vincendo".

"Mkhitaryan è a disposizione"

Dopo il successo sul Torino, la Roma si è concentrata esclusivamente sulla finale con il Feyenoord: "Io e il mio staff da venerdì sera siamo insieme a Trigoria e non siamo mai usciti. Ai calciatori non ho chiesto questo ma li vedo molto bene. La squadra è concentrata e con la giusta attenzione. Bisogna avere gioia per giocare una partita così. Mkhitaryan? Oggi era al primo allenamento in una sessione molto piccola e senza significato per il lavoro in vista per domani dato che era aperta. Non era un allenamento fake, ma basico. Per lui però importante per avere le sensazioni. Mi fido della sua esperienza, sa interpretare bene le sue sensazioni e mi ha detto che è a disposizione per giocare". Mourinho, con astuzia, allontana l'attenzione da sé, spostandola su Marash Kumbulla, difensore albanese della Roma: "La gente sbaglia le analisi e dico che qui si tifa Roma perché c'è un giocatore albanese. Ho giocato una finale Manchester United-Real Madrid in Macedonia del Nord e fu un'esperienza bellissima. Tirana è lo stesso. Loro lo meritano, per la loro crescita come Paese. Lo stadio è molto, molto bello. Peccato per la capacità che non fa la gioia dei tifosi ma sono contento di venire a giocare qua. Quando arrivi all'ultima partita della stagione il lavoro è fatto, per me non c'è niente da fare in questi ultimi giorni. La leadership non è una cosa che si può mettere sul tavolo. Domani è il giorno dei giocatori, noi allenatori siamo fuori, ci limitiamo ad aiutare. Domani è l'ultima partita e fortunatamente è una finale".

Nessuna scaramanzia, Spinazzola è una possibilità

Nessuna scaramanzia per Mourinho, alla luce del fatto che i maxischermi allestiti a Roma non sono stati apprezzati da tanti tifosi giallorossi per questioni scaramantiche: "No, non sono scaramantico, a volte litigo con qualcuno che lo è. I maxischermi? Non mi preoccupano. Il sostegno e la passione dei tifosi può solo fare bene. Se la Roma ha perso la finale con gente davanti agli schermi, non è sicuramente colpa loro. Mi hanno chiesto con che maglia giochiamo domani, non voglio saperlo. È uguale. Non sono scaramantico". Per la formazione titolare della finale è a disposizione anche Spinazzola, appena rientrato da un lungo stop: "È un giocatore disponibile per domani. 10 mesi fuori sono tanti, ha lavorato tanto per tornare, gli mancavano minuti e sensazioni, quello che ha avuto col Torino, ossia 75 minuti in campo che è diverso dai 6-7 minuti di Firenze. Le sensazioni di Torino sono state positive, domani è una possibilità per noi".

Le parole di Pellegrini

In conferenza stampa ha parlato anche Lorenzo Pellegrini, capitano della Roma: "È una finale, sarà una partita difficile. Non mi sento di dire che abbiamo qualcosa in più o ce l’hanno loro, faremo di tutto per vincere la partita. Ce la giocheremo come ha detto il mister, lo faremo con determinazione e cercheremo di coronare il percorso di crescita con questa vittoria. Cosa dirò ai compagni? Intanto li ringrazio, cercheremo di vincere. Ci terrò a ringraziarli perché è stato un anno bellissimo, tutti si sono messi a disposizione, ci siamo sacrificati l’un l’altro, questo fa un gruppo vero. L’ho detto da un paio di settimane, avevo la sensazione che finalmente fossimo una squadra vera, ho questa sensazione da un po’ di tempo, tutto è molto più semplice". Pellegrini potrebbe vincere una coppa europea da capitano della Roma, cosa che non è riuscita neanche a Francesco Totti: "Se vuoi arrivare a vincere in carriera, prendersi responsabilità deve essere la normalità. Legare questo solo a me perché sono capitano e nato a Roma è sbagliato, una squadra non la fa un giocatore o un allenatore, ma tutti i componenti. Siamo migliorati e stiamo diventando una squadra vera e questo lo penso a 360°. Si avverte un feeling tra tutti. Se domani vinciamo penso che questo gruppo penserà già al futuro. È la partita più importante della mia carriera. La prima finale e la gioco con questa maglia. Non può esserci una cosa migliore".

Mancini: "Questa coppa non è più uno scherzo"

Anche il difensore Gianluca Mancini è intervenuto in conferenza stampa: "Non bisogna temere nessuno, abbiamo studiato il Feyenoord. Dal centrocampo in su hanno qualità, le finali si giocano tra le due squadre migliori, direi un 50 e 50. Sappiamo ciò che dobbiamo fare. Siamo partiti nel girone pensando che fosse la 'coppa dello scherzo', eravamo convinti di passarlo con facilità e non era così; dopo la batosta di Bodo abbiamo capito che dovevamo dare sempre il massimo. Dopo abbiamo affrontato ogni partita per raggiungere la finale, abbiamo iniziato questo lavoro ad agosto, ora ci manca un passo per qualcosa di unico".

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