Il 18 dicembre 2022 a Lusail in Qatar, Lionel Messi - a quel tempo in forza al Psg di Al-Khelaifi - alzava in cielo la Coppa del mondo con indosso il bisht messogli sulle spalle dall’emiro qatariota. Un’immagine iconica che risollevava le sorti di una carriera in nazionale che fino a quel momento aveva tenuto l’8 volte Pallone d’Oro ostaggio di un percorso incompiuto e macchiato da troppe delusioni. Nel 2016, Messi gettava la spugna annunciando l’addio alla Seleccion. In quell’occasione, Maradona si fece avanti per convincerlo a ripensarci. Il numero 10 della formazione albiceleste ritrattò la decisione e partì con la nazionale alla volta dei mondiali in Russia, dove l’Argentina venne eliminata agli ottavi dalla Francia di Mbappé - che quell’anno si sarebbe laureato campione del mondo a 19 anni - . Lo stesso Pibe de Oro avrebbe poi suggerito a Messi di lasciare la nazionale. Poi, le cose iniziarono a cambiare.
Le tre finali perse e la rinascita
Tra il 2014 e il 2016, mentre il Barcellona tempestava la propria bacheca di trofei (nello specifico 1 Supercoppa di Spagna, 2 campionati, 1 Champions League in finale contro la Juve, 2 Coppe del Re, 1 Supercoppa Uefa e 1 Mondiale per Club), l'Argentina si preoccupava di dover reggere il peso di tre finali consecutive perse. Tutte con Messi in campo. Erano queste il mondiale in Brasile del 2014, l'edizione cilena di Coppa America e quella speciale del centenario della Conmebol disputata nel 2016 negli Stati Uniti. Per il suo capitano, la Seleccion diventava così un triste contraltare dei successi in Europa.
Per riscattarsi agli occhi dei suoi connazionali avrebbe dovuto vincere tutto. E così fece. Superate le delusioni del ko a Kazan nel 2018 e la sconfitta contro la formazione Verdeoro in semifinale di Coppa America nel 2019, quando si aggiudicò la finalina contro il Cile, l'Argentina di Messi ha indovinato il tempo e il modo di cambiare passo di marcia e riscattare la propria reputazione a livello intercontinentale. Ricominciando proprio da Brasile 2021, edizione in cui la formazione albiceleste conquistò la prima di una nuova serie di finali, ma con esiti ben diversi.
Il 10 luglio di quell'anno, gli uomini di Scaloni sconfissero i padroni di casa grazie alla rete di Di Maria, e il dicembre dell'anno successivo conquistarono il mondiale d'inverno dopo una finale indimenticata che ha avuto il suo epilogo ai calci di rigore. Dal dischetto segnarono Messi, Dybala, Paredes e Montiel. Il prossimo 15 luglio, l'Argentina ripeterà la serie di tre finali consecutive scendendo in campo contro la vincente della sfida tra Uruguay e Colombia. Superfluo aggiungere che in palio oltre al trofeo, per Lionel Messi e la sua nazionale c'è l'occasione unica di riscattare un pezzo della propria storia.