Juventus, Coppa Italia al cielo: in trionfo con fenomeno Dani Alves e Bonucci

La squadra di Allegri comincia l'operazione triplete con la Coppa Italia, la dodicesima: Lazio demolita nel primo tempo perfetto. Ora il sesto scudetto consecutivo e poi la Champions
Juventus, Coppa Italia al cielo: in trionfo con fenomeno Dani Alves e Bonucci© www.imagephotoagency.it

TORINO - Eccolo, il primo pezzo del triplete. La Juventus alza al cielo di Roma la Coppa Italia battendo 2-0 la Lazio e mette in bacheca il trofeo. Decidono un fantastico Dani Alves, sempre più decisivo per la squadra di Allegri, e Bonucci, ormai il miglior difensore al mondo e bomber aggiunto. I bianconeri domano i biancocelesti con un primo tempo esemplare: Keita li sveglia, poi ci sono solo loro in campo. Determinati e cattivi come non lo erano stati contro la Roma, sullo stesso terreno di gioco. Quasi una prova generale per la finale di Champions che verrà. Sicuramente lo spirito ideale per andare a incamerare anche il sesto scudetto consecutivo domenica pomeriggio contro il Crotone allo Stadium. Insomma, la giusta premessa per entrare nella leggenda dalla porta principale. Dunque, la Coppa Italia per cominciare: è la dodicesima della storia, la terza di seguito, come nessuno mai. E Dani Alves è il testimonial della Vecchia Signora: nel nuovo sistema di gioco, il tecnico gli ha affidato la regia offensiva e lui è libero di inventare e segnare. Uno spettacolo nello spettacolo. L'ex Barcellona ha nel suo Dna le sfide che valgono e non ne sbaglia una. Anzi, ci mette lo zampino, sempre, con grande costanza ed efficacia. Uno sballo, poi, l'intesa con l'altro laterale verdeoro, Alex Sandro. A destra e a sinistra si balla a ritmo di samba. La BBC, dietro, non ha bisogno di presentazioni: è il muro. E per una sera, anche Neto diventa protagonista in positivo. C'è la Juve operaia di Rincon e Marchisio; c'è la Juve dei talenti che si fanno sentire anche quando non segnano, come Dybala e Higuain, magari non al meglio, soprattutto la Joya, però sempre dediti alla causa. Come superMario Mandzukic, costretto a pedalare e portare la croce, più difensore che attaccante, sulla fascia mancina. Sì, questa Juve ha mille facce e un unico obiettivo: vincere tutto.

LE SCELTE – Sessantacinquemila spettatori per la finale di Coppa Italia che mette di fronte Juventus e Lazio. Allegri conferma Neto in porta, mette Rincon in mezzo e i tre titolarissimi davanti e Cuadrado in panchina. Inzaghi si presenta con Parolo a centrocampo e Immobile-Keita all'attacco. In tribuna, il presidente Sergio Mattarella. Oltre a tanti tennisti reduci dal Foro Italico.

FENOMENO DANI, PIU' BONNIBAUER – Subito match acceso, con i biancocelesti determinat,i e prime schermaglie. C'è un pestone per Dani Alves, tanto per chiarire il clima della serata. Palla gol della Lazio al 6' con Keita che lanciato in contropiede salta Bonucci, va al tiro e prende il palo, con deviazione di Barzagli. Risponde Higuain con una stoccata che Strakosha respinge. Che ritmo, e che brividi all'Olimpico. Al 12' ecco la zampata vincente dell'uomo che è sinonimo di successo (30 finali disputate in carriera): Dani Alves al volo batte il portiere della Lazio con parabola imprendibile, di piatto, servito dal connazionale Alex Sandro per una rete “bailada” (l'esterno destro è andato a segno in 3 delle ultime 5 gare disputate, in una delle altre due ha invece fornito due assist). Di precisione, di astuzia, di tecnica. Un fenomeno, il brasiliano, al sesto centro stagionale; un parametro zero che vale tantissimo. Lulic lo sognerà tutta la notte... Juve padrona, Lazio tramortita. E Dybala sfiora il bis, seguito da Higuain. Bianconeri scatenati: a Strakosha, bravissimo, servono gli straordinari per non capitolare di nuovo. Parolo, recuperato in extremis, non ce la fa e alza bandiera bianca: entra Radu al 21'. C'è solo una squadra in campo ed è una Juve per diversa da quella che tre giorni prima, sullo stesso campo, ha subito una lezione severa dalla Roma. E' cattiva e determinata, spietata. Così si giocano le finali e così si prepara la partitissima di Champions con il Real Madrid del 3 giugno a Cardiff. La squadra di Inzaghi è nel panico totale. E al 25', dal corner spunta Bonucci che raddoppia, facendo esplodere i tifosi di sponda bianconera. Logico risultato dopo una netta supremazia (sette tiri nello specchio dopo lo schiaffo di Keita che ha provocato i campioni d'Italia). E per il difensore, un'altra performance alla... Bonnibauer. Sussulto della Lazio al 32' con Immobile che sfiora il gol in tuffo di testa. Allegri si arrabbia con i suoi per la disattenzione, è una furia a bordocampo, anche per alcuni interventi duri. E non ammette le giocate di fino («semplice, semplice», urla a Rincon). Il match diventa corrida. Che chiusura Barzagli sul cross di Basta: un marziano sulla terra. Poi, colpo in testa per Mandzukic che esce a farsi curare. Il primo tempo si chiude con Neto che blocca una conclusione centrale di Milinkovic Savic, di testa. «Siamo stati cinici, ma non dobbiamo concedere spazio», le parole di Marchisio prima di andare nello spogliatoio.

CHE NETO – Si ricomincia e si affondano i tackle. Marchisio, a terra, spaventa Allegri. Inzaghi prepara la prima mossa: si scalda Felipe Anderson ed entra al posto di Bastos. E il brasiliano impegna subito il connazionale Neto, bravo a respingere (si merita anche l'applauso di Buffon). Ancora Lazio pericolosa con Immobile che di testa, contrastato, trova Neto, sempre super sulla linea. L'ex Ciro ci prova, con caparbietà, non vuole arrendersi, tocca anche con la mano, e il portiere zebrato compie il miracolo. La Juve mostra qualche crepa, Allegri mette dentro Lemina per Dybala. Normale che i biancocelesti ci provino fino alla fine, meno che i tricolori si facciano imbottigliare. Ma il 2-0 è rassicurante, ci sta la ripresa di contenimento. E Higuain ha uno scossone, ma Strakosha c'è. Scintille che accompagnano allo scadere, con i bianconeri in piedi davanti alla panchina, pronti a esultare (in primis Buffon, spettatore per una notte).

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