Juve, Sarri: "È normale che il mio lavoro sia sempre sotto esame"

Il tecnico dei bianconeri alla vigilia della semifinale d'andata di Coppa Italia contro il Milan: "La cena con il presidente si doveva fare dopo la Fiorentina, poi ci sono stati altri impegni e s’è rimandato di una settimana. Questione di normale programmazione"

TORINO - Milan-Juventus ma non solo. Il menu di vigilia di Coppa Italia, in conferenza stampa, per Maurizio Sarri prevede anche temi paralleli quali la recente cena con il presidente Andrea Agnelli e la situazione generale meno idilliaca dell’auspiacto, dopo la sconfitta a Verona.

L’INCONTRO - «La cena con il presidente si doveva fare dopo la Fiorentina, poi ci sono stati altri impegni e s’è rimandato di una settimana. Questione di normale programmazione. Il presidente lo vedo spesso: lui dice che vuol farmi conoscere i ristoranti… Comunque lui non parla mai di singola partita, ma di globalità. Se mi sento sotto esame? Se non volevo essere sotto esame, facevo domanda alle poste… E’ un lavoro che è fatto così. Ma siamo in linea con i piani: a febbraio in piena lotta in tutte le competizioni, dunque va bene. Poi, veniamo da una brutta partita e la cosa all’esterno ha delle ripercussioni molto più ampie di quanto non abbia all’interno».

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QUESTIONE DI TESTA - «In certe situazioni ci perdiamo un attimino. Soprattutto quando andiamo in vantaggio. Quando ho detto “spero che qualcuno mi aiuti”, mi riferivo ai leader che abbiamo. Loro sono in grado di metterci una pezza in campo. Tutti si allenano bene: con positività. Poi a volte resto sorpreso perché facciamo prestazioni non in linea con i nostri allenamenti. Dobbiamo fare molto attenzione a non andare troppo sicuri in partita solo perché abbiamo fatto molto bene in allenamento. Vediamo con il Milan: ultimamene è migliorato molto, viene da un derby perso in maniera discutibile nel senso che a tratti è stato dominato. Sarà una partita complicata, è evidente».

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FUORICLASSE - «Ho parlato ieri l’altro con Cristiano, lui ha detto che si sente bene. Poi vediamo gradualmente. Messi e la possibilità che lasci il Barcellona? Non ne parlo perché non è un mio tesserato, sennò il presidente del Barcellona può dire “ma che ca…” vuole questo Sarri». Tornando in tema tesserati bianconeri, allora: «Chiellini ha fatto 50 minuti di partita con una nostra rappresentativa. E’ andato bene, ma ha bisogno di ancora un paio di prove di questo tipo con un livello progressivo degli oppositori».

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TORINO - Milan-Juventus ma non solo. Il menu di vigilia di Coppa Italia, in conferenza stampa, per Maurizio Sarri prevede anche temi paralleli quali la recente cena con il presidente Andrea Agnelli e la situazione generale meno idilliaca dell’auspiacto, dopo la sconfitta a Verona.

L’INCONTRO - «La cena con il presidente si doveva fare dopo la Fiorentina, poi ci sono stati altri impegni e s’è rimandato di una settimana. Questione di normale programmazione. Il presidente lo vedo spesso: lui dice che vuol farmi conoscere i ristoranti… Comunque lui non parla mai di singola partita, ma di globalità. Se mi sento sotto esame? Se non volevo essere sotto esame, facevo domanda alle poste… E’ un lavoro che è fatto così. Ma siamo in linea con i piani: a febbraio in piena lotta in tutte le competizioni, dunque va bene. Poi, veniamo da una brutta partita e la cosa all’esterno ha delle ripercussioni molto più ampie di quanto non abbia all’interno».

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