Juve-Milan, ufficiale: la semifinale di Coppa Italia rinviata a data da destinarsi

Dopo la riunione in Prefettura arriva lo stop per la sfida dell'Allianz Stadium in programma inizialmente per mercoledì 4 marzo
Juve-Milan, ufficiale: la semifinale di Coppa Italia rinviata a data da destinarsi© /Agenzia Aldo Liverani S.a.s.

TORINO - Il prefetto di Torino ha disposto il rinvio di Juventus-Milan, semifinale di ritorno di Coppa Italia in programma all'Allianz Stadium. Inizialmente si pensava si potesse andare verso una soluzione a porte chiuse per tutelare i tifosi dall'emergenza coronavirus, ma la decisione emersa è ancora più drastica e porta al rinvio a data da destinarsi di questa sfida che si aggiunge a tutte le altre gare di Serie A ancora da recuperare tra la 25esima e la 26esima giornata, tra cui ovviamente Juve-Inter oggetto di discussione in queste ore. "La Juventus rispetta qualsiasi decisione presa dalle autorità, la salute pubblica è bene prioritario anche per la società" erano state le parole del capo della comunicazione bianconero, pronunciate poco prima della conferenza stampa di Sarri. Nella decisione di rinviare la sfida tra bianconeri e rossoneri, dunque, è stata abbracciata la linea-guida del Comitato tecnico scientifico voluto dal governo, ossia quella di evitare per 30 giorni manifestazioni che comportassero affollamento ed il non rispetto della distanza di sicurezza di almeno un metro. Si ipotizza pertanto che il match verrà recuperato a porte chiuse.

L'ufficialità della Lega sul rinvio di Juve-Milan

Il rinvio a data da destinarsi della semifinale di ritorno Juve-Milan viene ufficializzato anche dal comunicato della Lega Serie A, che si allinea alla decisione del prefetto di Torino, firmato dal Presidente Paolo Dal Pino: "Il Presidente della Lega Serie A, preso atto dell’ordinanza del Prefetto di Torino del 3 marzo 2020 n. 14801/2019/Area1 che dispone il differimento a data successiva della gara semifinale di ritorno di Coppa Italia Juventus-Milan in programma il giorno 4 marzo 2020 alle ore 20.45, comunica che la suddetta gara è rinviata a data da destinarsi".

Ordinanza convidisa con i ministeri e firmata dal prefetto

L'ordinanza "contingibile ed urgente" con la quale "si dispone" il differimento della partita Juventus-Milan è stata firmata questa sera dal prefetto di Torino Claudio Palomba, dopo la riunione del Comitato per l'Ordine e la Sicurezza Pubblica, al quale hanno partecipato, oltre ai componenti ordinari (sindaca, questore, comandanti provinciali dei Carabinieri e della Guardia di finanza) anche rappresentanti della Regione Piemonte. Nella riunione in Prefettura sono state esaminate "le risultanze e le valutazioni dell'Unità di crisi istituita dalla Regione Piemonte, su cui ha fatto relazione l'assessore alla Sanità Luigi Icardi, sulla base dell'esigenza di evitare assembramenti massivi.". Nell'ambito della riunione, sentiti anche i Ministeri competenti, è stata condivisa l'adozione, da parte del Prefetto, dell'ordinanza contingibile e urgente per il rinvio della partita.

Juve-Milan rinviata, troppo alto il rischio contagio

È stata la considerazione del "concreto rischio della diffusione incontrollata del contagio" tra i 40 mila tifosi che avrebbero potuto affollare domani sera l'Allianz Stadium a fare decidere per il rinvio di Juventus-Milan. È quanto è scritto nell'ordinanza firmata questa sera dal prefetto di Torino, Claudio Palomba. Pur essendo già previsto il divieto d'accesso allo stadio per le persone residenti in Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, provincia di Savona e Pesaro-Urbino, il dispositivo del prefetto evidenzia che a Torino era previsto "l'arrivo di numerosi tifosi per i quali non è possibile individuare con esattezza la provenienza, indipendentemente dalla residenza, in quanto potrebbe trattarsi di persone residenti anche in Piemonte, ma provenienti.per motivi di lavoro o di studio, dalla aree di cui agli allegati 1, 2 e 3 (del Dpcm firmato domenica scorsa, che riguarda le zone 'rosse e gialle' di diffusione del Coronavirus, ndr) con consenguente concreto di rischio per la pubblica e privata incolumità connesso al possibile ulteriore diffondersi del virus Covid-19".

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