Inter, perché Inzaghi non può restare in scadenza

Dopo due trofei vinti e una finale di Champions raggiunta, sarebbe un segnale di sfiducia non rinnovare l’accordo
Inter, perché Inzaghi non può restare in scadenza

ROMA - «Il contratto in scadenza non è un problema. Il mio problema è fare queste partite nel migliore dei modi perché non mi sono mai sentito un precario. Il contratto si può sciogliere uno, due, tre giorni... La fiducia c'è sempre stata e ci ha fatto andare avanti nelle difficoltà. Io e il mio staff siamo stati bravi ad ascoltare poco quando le cose non andavano bene, ora dobbiamo finire la nostra missione». Così parlò nella pancia dell’Olimpico dopo aver messo sul tavolone la Coppa Italia appena conquistata, Simone Inzaghi. Era da un po’ passata la mezzanotte, l’allenatore aveva raccolto pure l’applauso dei giornalisti presenti e l’adrenalina ancora alta. L’argomento rinnovo, dopo Istanbul, diverrà di strettissima attualità. Ora i due obiettivi ancora da conquistare (c’è pure la qualificazione alla Champions che verrà, basta un punto) lasciano tutto nel limbo, però tanti nodi - una volta chiusa questa tormentata ed estatica stagione - andranno sciolti.

Con la Lazio in scadenza

Inzaghi ha già guidato la Lazio in scadenza di contratto, nell’anno in cui poi è passato all’Inter, ma a latitudini nerazzurre vanno fatte altre considerazioni non fosse perché a Formello Simone era di casa, avendo passato una vita nel club. La prima è legata al fatto che Beppe Marotta, dirigente che è a capo dell’area tecnica, per consuetudine non ha mai iniziato una stagione con un allenatore in scadenza; la seconda riguarda i rapporti - anche tesissimi - in seno al club quando le cose andavano male (la luna di miele inevitabilmente finirà e Inzaghi potrebbe trovarsi agli occhi dei giocatori come un vaso di coccio); terzo, lasciare il tecnico a scadenza sarebbe una evidente mancata ricompensa a un allenatore che ha portato in dote 4 trofei e oltre 200 milioni guadagnati in premi nel biennio. La palla passerà a Steven Zhang. E il presidente dovrà mettere un punto e a capo appianando le incomprensioni emerse anche in un recentissimo passato. L’Inter, infatti, non può certo commettere l’errore di ripartire senza aver analizzato pure i tanti problemi, a livello di rapporti umani all’interno del club, avuti in stagione quando la Coppa Italia, la qualificazione Champions e soprattutto Istanbul si vedevano col binocolo.

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