Situazione spiacevole nella giornata di ieri, 26 settembre, quando prima e dopo il derby della Lanterna tra Samp e Genoa, nei pressi dello stadio Marassi, si sono verificati duri scontri tra le forze dell’ordine e i tifosi delle due squadre. Gli ultras delle due fazioni, 300 doriani e circa 200 genoani, si sono trovati nelle vie della città e hanno dato vita a una vera e propria guerriglia urbana protrattasi per diverse ore. Cassonetti in fiamme, lancio di fumogeni, disordini e tafferugli per le strade di Genova che hanno portato a 38 feriti. Tra questi 15 uomini della Polizia, 11 militari dell’Arma dei Carabinieri e 9 tifosi.
I comunicati sui feriti
Tutti i membri delle forze dell'ordine contusi hanno ricevuto le cure del caso presso l’Ospedale di San Martino, che con un comunicato spiega: “Tutti i pazienti sono stati dimessi con prognosi variabili”. I tifosi invece sono stati assistiti dall’Ospedale Galliera e, ancora, da quello di San Martino. In una nota pubblica si legge: ”Le Direzioni del Policlinico ringraziano sentitamente i professionisti operativi presso il Pronto Soccorso nel corso della lunga giornata di ieri, esempi di dedizione e abnegazione, capaci di fronteggiare un iper afflusso derivante da quanto accaduto nei pressi dello stadio senza minimamente impattare sulla regolare attività del Pronto Soccorso”.
Il motivo dello scontro
La causa dello scontro sembrerebbe essere stata l’esposizione da parte dei tifosi genoani di striscioni rubati agli ultras doriani, in un clima già teso e pronto ad esplodere. Giornata difficile dunque che ha rischiato di compromettere lo svolgimento del match, poi regolarmente avvenuto e concluso con la vittoria della Sampdoria ai calci di rigore. I blucerchiati approdano così agli ottavi di finale di Coppa Italia, dove troveranno la Roma di Juric. Un derby purtroppo macchiato dagli scontri violenti avvenuti prima e dopo il match, che fortunatamente non hanno portato a drammatiche ed irrimediabili conseguenze. Un clima rovente anche al termine della gara, con i pullman delle due squadre che hanno potuto lasciare lo stadio solo dopo l’una di notte. Un’attesa dovuta anche all’ordinanza del Prefetto che per diverse ore ha predisposto la chiusura alla viabilità di diverse strade prese d’assalto dai tifosi.