Feltri: avanti Europa! In Francia

Lo sgomento non deve farci abbandonare la nostra civiltà e il nostro stile di vita. L’Europeo si giochi in Francia: non farlo inciterebbe gli assassini alla mazzata finale

TORINO - Siamo tutti sgomenti per quanto di tragico è avvenuto a Parigi nella notte di venerdì su sabato, e siamo convinti che il terrorismo islamico non abbia esaurito la sua forza devastante: tornerà a colpire nella stessa Francia è forse anche in Italia, in coincidenza con il giubileo, durante il quale Roma sarà invasa da milioni di pellegrini cristiani, obiettivo ideale degli assetati di sangue. Ma questo non deve costringerci a rinunciare alla nostra vita, alla nostra civiltà, ai nostri stili esistenziali.

TENTAZIONE DA EVITARE - Ovvio, la paura fa novanta e saremmo tentati di nasconderci nei nostri gusci per salvare la pelle, evitando di esporci agli attacchi di chi punta a ucciderci. Viceversa è necessario reagire e organizzare una difesa adeguata a scoraggiare il nemico. Il nostro panico va trasformato in desiderio di rivalsa finalizzata a salvare noi stessi. Guai se ci chiudessimo in casa con i sacchetti di sabbia alle finestre. Il nostro atteggiamento sarebbe interpretato dai tagliagole come un segno di debolezza che li indurrebbe a inasprire la lotta nella convinzione di poterci schiacciare. E ci schiaccerebbero.

NON FARSI CALPESTARE - Ecco perché il Campionato europeo di calcio, previsto per il prossimo anno a tarda primavera, ha da farsi proprio in Francia. Una Francia ferita che per risollevarsi e non essere calpestata dai musulmani esaltati ha l’obbligo di dimostrare a se stessa e al continente di essere pronta a tener fede agli impegni assunti. Lo sport è un simbolo di pace da non sottovalutarsi, è una bandiera, ammainare la quale sarebbe un incentivo per gli assassini a sferrarci la mazzata finale allo scopo di sottometterci. Serve coraggio. Bisogna trovarlo in fondo al nostro animo e usarlo non solo per giocare al calcio, ma anche per far capire all’Isis che non ci hanno intimiditi. Al contrario, li sfidiamo. Siamo in grado, con la buona volontà, di proteggere noi medesimi, i nostri riti, le nostre abitudini, cioè la nostra civiltà evoluta. Abbiamo l’intelligenza e i mezzi per non soccombere. Ci tocca soltanto credere in noi stessi e predisporre un piano per rendere la competizione invulnerabile.

MISURE STRAORDINARIE - Come? Dispiegamento di forze dell’ordine cui affidare poteri speciali di sorveglianza e di repressione. Chiusura delle frontiere. Espellere chi è in odore di estremismo. Smetterla di ospitare chiunque bussi alle porte dell’Occidente. Setacciare le moschee e chiudere quelle che allevano assassini. Si impongono metodi straordinari perché straordinario è il momento. Archiviare il buonismo imperante. Non illudersi che l’integrazione azzeri le differenze di mentalità. Occhio anche ai cosiddetti islamici moderati. Davanti a ogni attentato essi tacciono, forse acconsentono. E allora? Controlli spietati. Le partite si disputeranno regolarmente. I terroristi agiscono solo se noi indietreggiamo. Altrimenti cambiano aria. Facciamogliela cambiare.

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