TORINO - È il paradosso dell’Europeo: più un giocatore si mette in luce con la propria Nazionale, più i club interessati alla sua acquisizione si trovano in posizione di svantaggio. Il caso emblematico è Emanuele Giaccherini. Il "brasiliano" di Conte, che per lui ha coniato il soprannome di Giaccherinho, dopo una partenza stentata si è sciolto con la rete che ha messo in discesa la gara contro il Belgio. Finendo per ricevere, un po’ da ogni parte, la palma dI migliore in campo.
HENRIKSEN O DE SILVESTRI
IL RISVEGLIO - Nulla di male, anzi un motivo d’orgoglio per il ct che lo ha fortemente voluto con sé - e che nella Juve aveva provato ad opporsi alla sua cessione al Sunderland -, e per lo stesso jolly di centrocampo. Uno che ha addosso gli occhi dell’Europa, ma che quando languiva in C2, dopo un infortunio aveva anche meditato di mollarla con il calcio per andare a fare l’operaio. Il problema, semmai, è scaricato tutto sul Torino.
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«ORA SI CONCENTRI» - «Ribadisco che il Torino è stata una tra le prime a muoversi per Giaccherini - conferma il suo agente, Furio Valcareggi -. Emanuele piace sia a Petrachi che a Mihajlovic, e un confronto con i granata c’è già stato. Ora, però, è bene che possa concentrarsi soltanto sull’Europeo. Se Conte gli darà fiducia anche contro la Svezia, sono certo che vedremo un’altra prova di grande generosità, da parte di Giak». Tutto vero, come l’interesse che sull’obiettivo granata hanno già manifestato il Bologna - dove nell’ultimo campionato Giaccherini ha segnato 7 reti in 28 partite, e soprattutto la Fiorentina (Pantaleo Corvino, direttore generale dell’area tecnica viola che nella passata stagione era ds dei rossoblù, ne ha apprezzato doti tecniche e umane). Mentre nelle ultime ore è circolata voce di un interesse manifestato anche dal Milan, nei confronti di Giaccherini.
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