© EPATOLOSA - Per analizzare la moviola di Italia-Svezia, bisogna partire dall’ultimo minuto di gioco. Perché è al 94’ che accade l’episodio più controverso del match: si vede nell’area azzurra, durante il forcing finale, una maglia che si tira, quella di Granqvist, con Bonucci che lo contrasta. Lo svedese cade a terra e reclama il penalty, che l’arbitro Kassai, ungherese, non concede. Forti le proteste degli scandinavi anche perché, nella stessa azione, finisce a terra anche un altro giocatore svedese. In precedenza, al 20’ pt, un braccio aveva bloccato un tiro di Eder, ma la vicinanza e la dinamica fanno propendere per l’assoluta involontarietà. Altre proteste svedesi al 2’ della ripresa, per un colpo di Chiellini a Guidetti: l’altrbitro lo ritiene un regolare scontro di gioco. Giuste le ammonizioni di De Rossi (69’) e pure quella di Buffon, per perdita di tempo. Anche se in realtà Chiellini aveva fatto di tutto perché l’ammonizione venisse comminata a lui, in modo da essere squalificato per l’inutile partita contro l’Irlanda. Un’azione pericolosa, perché già in passato la Uefa ha punito chi ha cercato un’ammonizione per essere squalificato in gare che contano nulla.
PETARDO E FUORIGIOCO - Nella partita successiva, tra Repubblica Ceca e Croazia, al di là del rocambolesco andamento del match, da segnalare che il match è rimasto sospeso a 4’ dalla fine per pochi minuti a causa dei fumogeni lanciati dai tifosi croati e da un petardo che ha stordito un vigile del fuoco che era entrato in campo per rimuoverli. In serata, fuorigioco di Jordi Alba in occasione del terzo gol della Spagna, autore poi dell’assist per Morata. Da segnalare che il primo cartellino giallo è stato sventolato dopo appena 1’ di gioco a Sergio Ramos.