LIONE (Francia) - La nazione del rugby sogna un altro miracolo calcistico. È il destino del Galles un tempo solo ovale e ora convertito alla febbre di cui da sempre 'soffre’ gran parte del resto del globo. È la vigilia di una storica semifinale, quella di Euro 2016 contro il Portogallo e c'è la possibilità di diventare davvero il 'Leicester d'Europa’ raggiungendo la finale contro ogni pronostico, e un po’ anche contro la logica. Da 'Zombie Nation', auto-definizione dei tifosi dei rossi, a potenza del pallone nel segno di un cambiamento epocale che ha fatto diventare leggenda il Gareth del calcio, ovvero Bale, dopo quello del rugby, Edwards, immortalato da una statua in bronzo nel centro commerciale di St.David's Mall, nel cuore di Cardiff.
SOGNO - È il Galles che come dice il suo ct Chris Coleman «non ha paura di sognare», e che per questo lo farà anche in queste ore, in attesa che Bale sfidi il suo compagno di tante conquiste, Cristiano Ronaldo. Portogallo-Galles è anche il duello tra questi due fuoriclasse. «In un torneo internazionale come questo ci sono molte opzioni ma dobbiamo pensare già a noi stessi - dice il ct Coleman -. Domani non saremo i favoriti, questa è la settima semifinale giocata dal Portogallo, mentre per Galles è la prima. Ma non c'è problema, e alla fine per noi conta poco».
SU CR7 - Coleman non si preoccupa più di tanto per Cristiano Ronaldo. «È sicuramente un top player - spiega -. Se parli con Sir Alex Ferguson o Ryan Giggs ti diranno che Ronaldo è uno dei calciatori migliori con cui abbiano mai lavorato. Ma il talento non serve se non hai anche la giusta attitudine, e questo è il caso anche di Bale. Quindi loro hanno un fuoriclasse ma anche noi». Un motivo in più per fare bene il Galles ce l'ha: onorare la memoria del ct Gary Speed, il predecessore di Coleman morto suicida. «Speedo ha guidato il Galles in dieci partite - spiega Coleman - ma l'eredità che ci ha lasciato è di 85 match giocati con questa maglia, di cui 50 o più da capitano. È un'icona del football e del genere umano. Ogni giorno penso a lui e al fatto che Gary avrebbe dovuto essere su quella panchina dove domani siederò io». La forza interiore, la voglia e l'illusione che spingono il Galles si spiegano anche così, nel ricordo di un personaggio che a Cardiff e dintorni nessuno ha dimenticato.
FERNANDO SANTOS: «PORTOGALLO-GALLES NON È SFIDA TRA CR7 E BALE»
UEFA: «FESTA IN CAMPO CON I FIGLI? NON È UNA FESTA DI PAESE»