© ANSACosa può decidere la Corte di Giustizia Europea, che senza un compromesso, prenderà una decisione per tutti? E’ molto difficile e, tutto sommato, poco professionale prevederlo. Il caso Superlega abbraccia diversi rami (dal diritto sportivo a quello comunitario passando per il commerciale e l’internazionale) ed è allo studio di diversi operatori del diritto. Tuttavia si possono ipotizzare i due estremi ai quali può approdare il giudizio. Se la Corte desse ragione all’Uefa, non riconoscendo nell’istituzione calcistica europea un monopolio che abusa della sua posizione, la Super League e qualsiasi progetto analogo verrebbe abortito.
Difficilmente, tuttavia, Juventus, Real Madrid e Barcellona potrebbero essere sanzionati dall’Uefa, perché l’esclusione dalle Coppe verrebbe considerata dalla Corte una punizione sproporzionata alla violazione (che oltretutto non si è mai consumata, visto che la Super League è un file pdf). Dall’altra parte, invece, c’è la possibilità che la Corte giudichi eccessivo il concentramento dei poteri in testa all’Uefa e, quindi, emetta una sentenza epocale che smonterebbe le federazioni così come le conosciamo, aprendo non solo alla Super League, ma anche a un profondo ripensamento dell’Uefa. In mezzo possono esserci molteplici sfumature. E’ per questo che un compromesso converrebbe a tutti (soprattutto all’Uefa). Ma può esserci un compromesso fra i club della Super League e l’Uefa. E’ difficile dirlo, ma provare ad anticipare temporalmente la riforma della Champions League (adesso prevista per 2024) potrebbe essere un primo punto in programma. Ripensarne la formula senza alterare il principio di meritocrazia (trascurato dal progetto Super League), ma aumentando l’appeal dello spettacolo potrebbe essere il secondo. Ma prima serve la disponibilità al dialogo, non le ripicche.