Se in panchina c’è un ct che non ha paura

Se in panchina c’è un ct che non ha paura© www.imagephotoagency.it

Punto primo: l’Italia ha battuto l’Austria perché in panchina ha un ct che non ha paura. Punto secondo: proprio per questo, nel momento più difficile della partita, Mancini non ha esitato a cambiare il centrocampo e poi l’attacco, azzeccando tutti i cambi e vincendo la partita più importante dela sua gestione, la prima a eliminazione diretta. Punto terzo: l’Austria ha disputato una partita splendida, in assoluto la migliore della sua storia recente e merita applausi scroscianti; Franco Foda deve essere fiero dei suoi giocatori. Punto quarto: questa vittoria non soltanto stabilisce un altro record che consegna Mancini alla storia della Nazionale, superando il precedente exploit di Vittorio Pozzo quanto a gare utili consecutive (ora sono 31: 26 vittorie e 5 pareggi) e aggiungendovi anche i 1.174 minuti d’imbattibilità che demoliscono il primato di Zoff, datato 1974, con Valcareggi in panchina. Punto quinto: questa vittoria dimostra che l’Italia non soltanto sa giocare un bel calcio, ma è una squadra vera poiché ha dimostrato di essere capace di soffrire; di resistere ad avversari atleticamente forti che non hanno mai smesso di correre e di aggredire a tutto campo; di lottare sino alla fine per 120 minuti. Gli azzurri si sono aiutati l’un l’altro, superando le difficoltà accusate nel secondo tempo e le prime battute a vuoto accusate da un collettivo che nelle tre precedenti gare non si era mai trovato in queste condizioni. Chiesa e Pessina hanno firmato un successo che va ben al di là della quinta qualificazione ai quarti di un Europeo: Chiesa e Pessina, così come Belotti, vero spirito del Toro innestato nella Nazionale, ancora una volta hanno confermato la certezza di Mancini: a sua disposizione ci sono ventisei titolari.

Dopo la cavalcata trionfale della prima fase, ci si domandava come avrebbe reagito la squadra contro un avversario di livello superiore, quale risposta avrebbe dato sul campo. L’ha data eccome, premiando ancora una volta le scelte e la filosofia del ct che ha costruito un gruppo inossidabile, per coesione e per determinazione. L’esplosione di gioia collettiva, a Wembley e in tutta Italia, sigilla un’altra, strepitosa impresa. E quell’abbraccio fra Mancini e Vialli ha emozionato tutti. Il 20 maggio 1992, a Wembley, il calcio ha tolto ai due Grandi Doriani la Coppa dei Campioni, strappata loro dal Barcellona. Il 26 giugno 2021, il calcio ha restituito loro una gioia immensa. L’Italia ha vinto con il cuore in gol. Per questo è sempre più amata.

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