"Eriksen era praticamente morto": medico Danimarca, parole shock

Il responsabile sanitario della nazionale danese Morten Boesen ha parlato delle condizioni del centrocampista nerazzurro: "Dobbiamo capire cosa sia successo, lui è di buonumore e i test sono ok"
"Eriksen era praticamente morto": medico Danimarca, parole shock© EPA

COPENHAGEN (Danimarca) - Il medico della nazionale danese Morten Boesen ha parlato delle condizioni di Christian Eriksen nella recente conferenza stampa. Il giocatore dell'Inter è ancora ricoverato al Rigshospitalet per ulteriori osservazioni ma sta bene: "Christian è di buon umore e tutti i test finora sembrano a posto - aggiunge - il motivo per cui è ancora in ospedale è per scoprire cosa sia successo" ha dichiarato Bosen. Il tabloid danese Ekstra Bladet riporta che i giocatori della Danimarca hanno avuto l'opportunità di salutare il loro compagno tramite video-chiamata e hanno, anche, ricevuto aiuto da psicologi giunti all'Hotel Marienlyst dove ha sede la nazionale danese.

Boesen: "Christian se n'era andato"

Il dottor Boesen è tornato anche sugli attimi drammatici vissuti durante il match contro la Finlandia usando parole forti: "Christian se n'era andato, praticamente era morto... Era in arresto cardiaco. Non so come abbiamo fatto a rimetterlo al mondo, è successo tutto in maniera così veloce. Io non sono un cardiologo, non posso scendere nei dettagli, per quello ci sono gli specialisti, esperti della materia".

Moeller: "Nessuno ci ha forzati a giocare"

Presente alla conferenza stampa anche il direttore sportivo della Danimarca, Peter Moeller, il quale ha parlato della ripresa della partita contro la Finlandia dopo la sospensione: "La squadra non è stata costretta a fare alcunché. È stata una decisione difficile, abbiamo scelto di prenderla e di proseguire la partita. La decisione di proseguire è stata presa dai leader - aggiunge - Nessuno può incolpare i giocatori, non ho sentito alcuna pressione da parte dell'Uefa, tuttavia non sono sicuro che giocare sia stata la cosa più giusta. In futuro dobbiamo vedere, perché amiamo tutti il calcio, ma non è certo la cosa più importante del mondo".

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