Eriksen, Livia Fiori racconta: "Io so cosa ha provato"

La giovane ex atleta racconta: "Ho rivissuto ciò che è capitato a me"
Eriksen, Livia Fiori racconta: "Io so cosa ha provato"

"Non ricordo nulla di quello che è successo, se non le sensazioni, brutte. Urlavo, avevo una stretta al petto tremenda, mio padre mi teneva la mano. Credevo fosse successo tutto in poco tempo, in realtà da quando ero al parco al mio risveglio, al Policlinico, sono passate quasi 4 ore"Livia Fiori mentre Christian Eriksen si accasciava sul campo dello stadio di Copenhagen stava studiando per la Maturità. "Quando ho visto le immagini ho avuto un brivido. Poche persone possono capire cosa ho provato, perché purtroppo la maggior parte delle persone, non sopravvive. Ho rivissuto il dolore che avevo provato, che sollievo quando ho saputo che stava meglio".

La storia di Livia: "Quando si mettono su una bilancia la vita o lo sport, non c’è paragone"

Il 24 gennaio Livia era andata con le amiche a fare un giro in bici, un momento di pausa nella sua routine fatta di tanti allenamenti in acqua: la diciannovenne è una nuotatrice di altissimo livello, nel 2019 ha vinto gli europei giovanili in vasca di nuoto per salvamento, è stata campionessa italiana più volte, detiene record continentali. "Erano 3 anni che sentivo di avere un problema, avevo palpitazioni, affanni, però mi facevano le visite e mi dicevano che era tutto a posto, invece non era così". L’8 gennaio ha anche uno svenimento in vasca e il padre Leonardo, neurochirurgo al San Gerardo di Monza, parla delle sensazioni della figlia con i colleghi specialisti. Si pensa a un problema di natura psicologica: in realtà, si tratta di una malattia, la cardiopatia aritmogena del ventricolo destro, malattia genetica ereditaria che colpisce un giovane su 5000, la stessa che si è portata via Puerta, Morosini, Astori e tanti altri. Quel 24 gennaio Livia ha un dolore intensissimo al petto e perde i sensi. "Per me, che sono un medico, è stata un’esperienza drammatica ricorda il padre -. Quando è arrivata al Policlinico è andata in arresto cardiaco, la sua fortuna è stata che era già monitorata e per questo le hanno fatto immediatamente la cardioversione elettrica. Poi, come Eriksen, si è ripresa immediatamente". La vita di Livia da quel momento è cambiata: dopo l’intervento chirurgico necessario, convive con un defibrillatore sotto l’ascella sinistra e ha dovuto lasciare il nuoto. "Quando mi hanno detto che non avrei più potuto nuotare è stato un momento molto difficile, non lo nego. Però quando si mettono su una bilancia la vita o lo sport, non c’è paragone. Continuerò a fare attività sportiva non agonistica, ma la vita è altro. Passavo il 90% della mia vita in acqua, avessi avuto il problema cardiaco in acqua non sarei qui a parlarne".

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