L’Italia: “Uniti contro il razzismo, anche se non ci inginocchiamo”

La precisazione del responsabile della comunicazione della Nazionale: “Aderire o meno non vuol dire ignorare i diritti”
L’Italia: “Uniti contro il razzismo, anche se non ci inginocchiamo”© EPA

Le polemiche per la scelta di molti calciatori di non inginocchiarsi prima delle partite dell'Europeo, in segno di solidarietà con il movimento 'Black Lives Matter’, non si placano. Durante la partita contro il Galles, gli Azzurri a essersi inginocchiati sono stati soltanto Emerson, Belotti, Toloi, Pessina e Bernardeschi. Una scelta che ha creato un po’ di malumori, subito messi a tacere dal responsabile della comunicazione della nostra Nazionale: “A nome di tutta la squadra ribadiamo che siamo contro ogni forma di razzismo, ci siamo confrontati e ovviamente vogliamo ribadire questa posizione - le parole di Paolo Corbi - Aderire o meno ad una forma di protesta per quanto simbolica non vuol dire ignorare la lotta al razzismo”.

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"Non eravamo del tutto preparati"

"Volevo chiarire rispetto a quando è stato scritto e detto al riguardo in questi giorni. Tutti conoscono l'esempio dei comportamenti dei nostri calciatori, il razzismo si combatte ogni giorno ciascuno con i propri comportamenti e su questo siamo tutti molto impegnati. Quanto al fatto che a inizio gara qualcuno si sia inginocchiato e altri no c'è stata un po' di confusione, i calciatori erano tutti concentrati su una partita per noi decisiva perché metteva in palio il 1° posto nel girone e per il prosieguo dell'Europeo, fra l'altro con 8 cambi... Quindi, da quanto abbiamo ricostruito, non eravamo del tutto preparati a quel momento. Per il futuro se ci saranno altre occasioni la squadra si confronterà al suo interno e prenderà una decisione univoca che sarà messa in pratica da tutti".

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