TORINO - Se per Thiago Motta i punti cardine della nuova Juventus devono essere Vlahovic e Bremer, per la Juventus nel presente, proiettato al futuro, c’è Kenan Yildiz. Ora il gioiellino bianconero è a Istanbul, focalizzato solamente sulle ambizioni della Turchia in Europa con la Nazionale guidata dal ct italiano Montella. L’Europeo dei grandi, in Germania, lì dove Kenan è nato 19 anni fa, è la ciliegina sulla torta di una stagione di maturazione, ancorché non ancora definitiva: la dirigenza bianconera è convinta che Yildiz possa andare ancora oltre, diventando un simbolo di juventinità tanto da meritarsi non solo un ulteriore rinnovo, ma pure la esaltante quanto pesante maglia con il numero 10 sulla schiena.
Yildiz, prima l'Europeo e poi la Juve con Thiago Motta
Una investitura sul campo che, a parole, è arrivata anche da chi ha scritto la storia di questa squadra con quella maglia e quel numero: Del Piero, certo, dal quale Kenan ha preso ispirazione anche per l’esultanza diventata in breve tempo un tratto distintivo. Yildiz spera di sfoggiare la linguaccia più volte all’Europeo con la sua Turchia, per poi immergersi nuovamente nell’atmosfera bianconera con una nuova guida tecnica e rinnovate speranze. Anche perché Thiago Motta, in pieno stile blaugrana del Barcellona, ama poter valorizzare i calciatori prodotti in casa attraverso la cantera, trasmettendo senso di appartenenza e ponendo le basi per un sistema che nella Juventus, sfruttando il lavoro tra settore giovanile e Next Gen, può diventare un progetto vincente a medio-lungo termine. E un talento come Yildiz può essere gratificato da un gioco più propositivo.