Caschi, gialli e finali thrilling: “Spartacus” Gjasula, l’eroe dell’Albania

Ha segnato il 2-2 contro la Croazia dopo aver realizzato un’autogol da subentrato. E ora a quasi 35 anni vive il suo momento di gloria
Caschi, gialli e finali thrilling: “Spartacus” Gjasula, l’eroe dell’Albania© Friso Gentsch/Pool via Getty Images

Con la sua comparsata finale nella sfida contro la Croazia, Klaus Gjasula ci ha messo veramente poco per diventare un idolo del web. 25 minuti, per la precisione. D’altronde dopo l’ingresso in campo nel match della 2ª giornata del gruppo che comprende anche l’Italia è successo davvero di tutto: la sua Albania ha prima subito il pareggio nel giro di un minuto, poi è arrivata addirittura la rimonta con un suo goffo autogol. 

Ma visto che il calcio offre sempre una seconda possibilità, il mediano classe 1989 ha anche segnato il definitivo 2-2 al quinto minuto di recupero, prima di marchiare la partita con la sua vera specialità: il cartellino giallo, per fermare un contropiede potenzialmente letale. Non male per essere il suo esordio in un grande torneo con la sua nazionale a quasi 35 anni. E anche il suo primo gol assoluto, contro una nazionale per due volte sul podio Mondiale e ora spalle al muro verso la partita con l’Italia.

Il quarto d’ora (più recupero) di gloria di Gjasula

Non è un nome conosciuto ai più, anche perché la sua carriera non si è mai sviluppata fuori dalla Germania e fino al 2018 non aveva mai superato la terza serie, vagando tra Hallescher, Kickers Offenbach, Stuttgarter Kickers, Waldhof Mannheim e Duisburg. Nel 2018/19 è arrivata la chiamata del Paderborn, in Zweite, con cui ha anche conquistato la promozione in Bundesliga, facendo l’esordio a quasi trent’anni. Per giocare la seconda ha dovuto aspettare altri tre anni: nell’ultimo triennio col Darmstadt ha conquistato la prima promozione e nel 2023/24 è tornato in massima serie. 

Insomma, un signor ‘nessuno’ se parliamo di livelli europei. Anche perché tra l’altro con l’Albania aveva giocato al massimo in Nations League, ma nessun grande torneo. Visto ha esordito soltanto a settembre 2019. Sylvinho però nel suo ciclo ha voluto sempre contare su di lui come comprimario. Credeva forse che le sue doti difensive e di saltatore potessero aiutare nella resistenza finale contro l’attacco croato, invece a risaltare sono state soprattutto quelle offensive.

Lo spirito guerriero: gialli e caschetto

Al posto giusto, al momento giusto. Cosa che di rado gli è capitata in carriera, visto che nell’ultimo quadriennio il gol non è stato proprio un’abitudine. Anzi: questo è solo il secondo dal marzo 2020 ad oggi, l’altro risale 15 maggio 2022. D’altronde la sua specialità della casa è un’altra: l’ammonizione. Il ‘non’ essere al posto giusto al momento giusto, ironicamente.

In nazionale, ad esempio, ne ha collezionate ben 9 nelle prime 15 presenze. E detiene un record non certo invidiabile in Bundesliga, visto che quando giocava con il Paderborn nella stagione 2019/20, la prima assoluta, ne ha presi ben 17 in 29 partite. Nessuno mai ha fatto mai meglio di lui nella massima serie tedesca. In compenso non si è mai fatto espellere, pure se per tre volte è stato fermo un turno per squalifica.

Anche per questo si è fatto la fama del guerriero: ora non lo usa più, ma fino ad un paio d’anni fa indossava un caschetto protettivo che lo ha fatto passare alla storia come “Spartacus”. Il motivo? Una testata ricevuta nel 2013 che gli ha procurato una grave frattura allo zigomo. “Tutti dovrebbero indossarlo per la propria salute” aveva affermato. Così però non sarebbe stato a suo modo unico.

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