Modric infinito. Gol, record e... doppie lacrime

Donnarumma gli para il rigore, poi fa esplodere i tifosi della Croazia ma non basta. A quasi 39 anni è il più anziano ad aver segnato all’Europeo: "Abbiamo dato tutto"

La Croazia è sempre lui: Luka Modric, bel bene e nel male. Colui che nel giro di un minuto può passare dall’essere l’anti eroe del match al protagonista assoluto - anche se sfortunato, perché la sua rete non è bastata -. Ha pianto come un bambino mentre i compagni gli si ammonticchiavano addosso dopo il gol segnato. A un certo punto sembrava che gli fosse rimasta addosso un po’ della magia che dà la maglia del Real Madrid. Perché anche per lui, quando sembrava che fosse arrivato il momento di salutare tutti con l’ultima partita in un torneo importante con la nazionale, poi arrivava sempre la partita successiva. Ma Modric non muore mai, e da vero capitano ha trasferito questa resilienza alla squadra che fino a ieri ha poggiato se non sulle sue spalle, di sicuro sui suoi colpi. Quello più facile poteva essere un tiro dagli undici metri. Lavoro d’ordinanza per un fuoriclasse come lui - oppure no, quando di fronte c’è un altro specialista nel fondamentale, però al contrario, come Gigio Donnarumma -. Il capitano dell’Italia si è preso la ribalta per qualche secondo, dopo la parata straordinaria che è sembrata spegnere la Croazia, gelata sul più bello.

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Modric, il rigore e il gol che illude la Croazia

Invece no, perché il Dio del calcio ha sempre voluto bene a Lukita - soprannome che gli ha appiccicato Sergio Ramos e che a Madrid gli è rimasto addosso anche ora che non è più ‘piccolino’ -. Il ragazzo di poche parole ha sempre fatto parlare il campo. Pure ieri sera: una palla in area, Budimir che ci si avventa e colpisce a rete, Donnarumma che para ancora una volta, ma alla fine capitola davanti a Modric. Lo stadio di Lipsia è esploso e sotto la montagna di carne umana (quella dei compagni) che lo ha sommerso, anche Luka si è messo le mani in faccia come se non ci credesse. Modric, con il gol di ieri sera, è andato in rete nelle ultime 4 edizioni degli Europei. Non solo: con 38 anni e 289 giorni il Pallone d’Oro 2018 è diventato il giocatore più anziano ad aver segnato in una fase finale dell’Europeo. Alla faccia di chi, pure in patria, aveva avanzato l’ipotesi di un utilizzo di Modric più in linea con quello che Ancelotti ne fa nel club di appartenenza.

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Ovazione e rabbia

Il ct Dalic ieri sera gliene ha risparmiati 9 più recupero - o forse gli ha concesso di avere la standing ovation da parte di tutto lo stadio -. Un po’ troppo alla svelta, però. Perché con Modric fuori, la Croazia ha perso anche la magia. Dalic ha voluto puntare tutto sul blocco dei suoi senatori - Modric, ma anche e soprattutto Brozovic, confermato in regia nonostante le prove insufficienti contro Spagna e Albania -. È probabilmente la ‘Last Dance’, l’ultimo ballo della generazione dorata, che chissà se ce la farà a giocare un altro grande torneo. Sul campo, dopo il triplice fischio dell’arbitro sono arrivate altre lacrime. Quelle di disperazione di chi, come Modric, sa che è finito un ciclo. La telecamera riprende la sua rabbia mentre l’arbitro esce, per gli 8 minuti di recupero, ma c’è poco da fare. Poteva essere la sua serata, è diventata (quasi sicuramente) la serata del suo addio. Rabbia e amarezza nelle parole di Modric a fine gara: "Provo una grande tristezza e delusione per questa eliminazione. Colpa nostra che non siamo rimasti concentrati fino alla fine. Penso che meritassimo di vincere perché abbiamo dato tutto: anima e cuore".

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