Su Chiesa tutto tace. E il mercato...
Su Chiesa, no. Tutto tace. Il miglior azzurro è un’incognita che ondeggia tra jolly vincente e mistero inquietante. Questo accade perché di Spalletti ci si fida. Giusto. Tanto che nemmeno si parla di un problema che in altri tempi (e un altro calcio) sarebbe stato da titoloni, anziché didascalie: a un anno dalla fine del contratto, lo juventino è al bivio. Se rinnova, resta in bianconero. Sennò, va sul mercato. E va proprio verso la Roma, che però attende - ovviamente - che il prezzo si abbassi con il tempo che passa.
L’Europeo incombe. Per Chiesa non si tratta della situazione psicologica ideale. Chissà. Gioca a destra o sinistra, esterno o attaccante, tridente o mezzapunta. Rinnova o va via. L’importante è che non se ne parli. Ma evitare un problema non è mai soluzione del problema. Anche perché non si capisce chi sarebbe l’eventuale alternativa.
Le alternative, Di Lorenzo-Cambaso e il 'caso' Fagioli
Né alla Juve: Yildiz? Né in Nazionale: Raspadori? Conviene fidarsi della (apparente) serenità di Luciano Spalletti. Che peraltro, dall’altra parte del campo, ha in Di Lorenzo un punto di forza indebolito da problematiche simili. Non è in forma, e si è visto anche nell’amichevole contro la Turchia. Non è sereno, l’ha detto Giuffredi, il suo procuratore, facendo la voce grossa (anche troppo) per chiederne la cessione immediata. Intreccia il suo destino proprio con Chiesa se è vero che Giuntoli, protetto dalla privacy degli occhiali scuri, sbircia la possibilità di uno scambio, con conguagli tutti da valutare e con l’anticipo di un dualismo, Di Lorenzo-Cambiaso, che si può ammorbidire solo grazie alla generosissima duttilità dell’ex Bologna.
Il mosaico dei problemi potrebbe proseguire, intrecciato tra calcio e calciomercato, campionato e Nazionale. Ma si tende a evitare. Si prova a sognare. Le polemiche su Fagioli, un po’ di etica con spruzzata di populismo, sono durate qualche giorno. Ora che il ragazzo è nei 26, si può perfino provare a nobilitarlo con l’etichetta di “Çalhano?lu italiano”. Chissà… Per il resto, valgono due considerazioni. La prima: non esiste Nazionale, nemmeno la Francia di Rabiot in bilico di trattativa, che non abbia problemi extra Europeo.
La seconda considerazione è più amara. Ai tempi dei fantastici “10” visti l’altro giorno a Coverciano, imperversavano le discussioni non solo per guizzi giornalistici, ma anche perché ruotavano attorno a campioni. Campioni con la maiuscola. Oggi, diciamolo prima di esser bravi dal divano ma pure prima che sia troppo tardi, questa Italia è sì Campione in carica, ma con pochi campioni in squadra. Ce n’è uno in panchina: basterà?