Cosa prendere di buono
Forse è troppo impietoso svalutare giocatori che ieri hanno sbagliato l’atteggiamento collettivamente, finendo risucchiati dal gorgo di paura, imprecisione e insicurezza. Però eravamo tutti d’accordo nel definire la partita contro la Spagna come l’esame di maturità per il nostro gruppo e, a fine partita, possiamo dire che se ai nostri giocatori avessero dato la versione di Platone (toccata ieri ai maturandi classici) forse ci avrebbero capito qualcosa di più. Fine della critica, perché se no si finisce per autodistruggersi. E perché qualcosa di buono dalla terrificante serata nella ridente Gelsenkirchen si può tirare fuori.
Primo: non siamo fuori, anzi ci basta un pari con la Croazia per andare agli ottavi, dove dovremmo incrociare la Svizzera. Insomma, non uno scenario apocalittico. Secondo: la lezione di umiltà non ci può che fare bene. Già da lunedì contro Modric e compagni potrebbe esserci la forza dell’orgoglio ferito che può rivitalizzare quello che ieri sera sembrava morto. Terzo: qualche sprazzo di idea, agonismo e calcio lo abbiamo tossito nella ripresa (quando gli spagnoli tiravano il fiato), a dimostrazione che forse non siamo quelli dell’imbarazzante primo tempo e del traballante finale di gara, ma qualcosina di meglio e su quello dobbiamo ricostruire il morale. L’Europeo non è finito ieri sera, anche se adesso sognare risulta un po’ più difficile.