Molto cinicamente parlando, dal punto di vista delle ripercussioni sul mercato l’Europeo per la Juventus era iniziato in chiaroscuro. O meglio, in chiaroscuro era stato l’avvicinamento al torneo: da un lato l’infortunio al menisco del ginocchio sinistro subito il 10 giugno da Arek Milik (poco più di un mese di stop) aveva tolto dalla vetrina continentale il centravanti polacco, possibile (ma non certa) uscita per fare cassa.
Dall’altro il problema all’inguine della gamba sinistra, accusato il 17, che ha impedito a Teun Koopmeiners di partecipare aveva evitato il rischio che l’olandese si mettesse ancora più in mostra di quanto non abbia già fatto con l’Atalanta, facendo addirittura lievitare il prezzo oltre i 60 milioni chiesti dai nerazzurri. O come minimo rendendo più complicato trattare per limare un po’ quella cifra.
La grana Kostic
Con l’inizio dell’Europeo è però arrivato un altro infortunio che invece i piani di Cristiano Giuntoli li complica. Come, almeno finora, un po’ tutto lo svolgimento del torneo. O meglio, acquisti e cessioni, per essere precisi. Cessioni come quella di Filip Kostic, per favorire la quale un grande Europeo del serbo sarebbe stato l’ideale: invece la lesione parziale del collaterale del ginocchio sinistro riportata a fine primo tempo della partita d’esordio con l’Inghilterra lo ha subito escluso dal torneo e, per quanto non grave (due-tre settimane), di certo non spinge i club interessati - Fenerbahce in pole davanti al Galatasaray - ad affrettarsi.
C’è da dire che, visto il rendimento della Serbia, eliminata con un punto in tre partite, difficilmente l’Europeo avrebbe acceso i riflettori del mercato su Kostic. Così come di certo non li ha accesi su Dusan Vlahovic, zero gol e la terza partita iniziata in panchina (è entrato al 67’) dopo le prime due da titolare. Non un problema per la Juve, che punta su DV9 come centravanti titolare e solo per offerte da 80 milioni in sù si sarebbe messa a ragionare sul da farsi. Di sicuro la cocente eliminazione e il rendimento personale non all’altezza lasciano un Vlahovic deluso, ma è probabile che per l’inizio del ritiro il ventiquattrenne serbo abbia trasformato l’abbattimento di oggi in voglia di rivalsa da mettere a disposizione di Thiago Motta.