Il punto sull'Europeo
Gheorghe Hagi ha detto che suo figlio Ianis a 25 anni è più forte di quanto lo fosse lui a quell’età…
«Non esageriamo. Sta giocando molto bene, è uomo da ultimo passaggio, i suoi compagni lo sanno e lo liberano per far sì che possa incidere con entrambi i piedi perché questa è la sua grande qualità. Gica aveva solo il sinistro, ma era determinante in tutte le partite. Ianis non ha ancora la forza d’animo e la struttura fisica di suo padre, che attaccava gli spazi, andava in battaglia. Ianis inoltre ci mette ancora una frazione di secondo in più, deve rilassarsi prima del passaggio, Gica era d’istinto. Ianis però adesso sta bene, in Italia quando lo prese la Fiorentina non avete potuto vederlo com’è realmente perché ha subito troppi infortuni».
Altri nomi di questa Romania che si stanno mettendo in luce?
«Razvan Marin da voi ha giocato solo con Cagliari ed Empoli, squadre di bassa classifica, ma in questo Europeo sta dimostrando di poter ambire anche ad una big. Dragusin ve lo siete lasciati scappare, anche perché il Tottenham ha messo sul piatto tanti soldi. Certo manca un centravanti: un Raducioiu o un Marica, gente veloce e con fiuto del gol, ora ci sono attaccanti più potenti fisicamente, ma non hanno disponibilità ad attaccare gli spazi».
Cosa sta dicendo questo Europeo?
«La Spagna è stata eccezionale contro l’Italia, ma ha segnato solo un gol, la Germania è andata a strappi. Le grandi sono ancora in maschera. Adesso che sono iniziati i match da dentro o fuori, i campioni come Mbappè e Bellingham ci faranno vedere cosa sono davvero capaci di fare, ma nonostante questo credo che potremmo assistere a una grande sorpresa che alza il trofeo».
Come accaduto in passato a Danimarca e Grecia?
«Proprio così. Magari sarà la volta dell’Austria, della Svizzera oppure toccherà proprio a noi della Romania».