TORINO - Una delle doti più lampanti di Thiago Motta è la capacità di valorizzare ed esaltare i propri difensori centrali. A Bologna, per esempio, Riccardo Calafiori si è trasformato in meno di un anno in principe azzurro, nel senso di alfiere della Nazionale prossima all’avventura di Euro 2024. Allo Spezia, in precedenza, analoga esplosione aveva riguardato Jakub Kiwior, ceduto poi in Premier League a peso d’oro. Non è un caso che, ora, il tecnico italo-brasiliano desideri ardentemente il primo alla Juventus. E non è un caso nemmeno che il secondo rappresenti il vero e proprio “piano B” per rinforzare la retroguardia bianconera di domani.
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Calafiori-Juve: il punto
Calafiori, se stessimo raccontando un Gran Premio, scatterebbe senza dubbi dalla pole position. Il dt Giuntoli l’ha individuato quale priorità per affiancare Bremer al centro della difesa e da tempo si è messo sulle sue tracce. Al punto da aver già strappato un “sì” di massima al ragazzo e all’entourage, per un quinquennale da oltre due milioni all’anno, in attesa di individuare la chiave di volta della trattativa con il Bologna. L’operazione è alla portata, ma non scontata: il Bologna si sta arroccando intorno al difensore nel tentativo, se non di trattenerlo, almeno di alzarne il valore, magari con l’aiuto di qualche prestazione di livello agli Europei. E, poi, c’è la “grana Basilea”: il club svizzero detiene il diritto al 50% degli introiti generati dalla sua cessione, ivi compresa la valutazione assegnata a eventuali contropartite.
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