Juve, scatta l’accendi Vlahovic: pronta la rivoluzione per Thiago Motta

Con l’arrivo dell’ex tecnico del Bologna al posto di Allegri, il nuovo modulo impone un cambio radicale di gioco non solo filosofico, ma anche di uomini

TORINO - Come tutte le rivoluzioni serve tempo, poiché si deve cambiare molto, anche se non tutto. Con l’arrivo di Thiago Motta al posto di Massimiliano Allegri è atteso un calcio diverso e inevitabilmente deve passare attraverso interpreti differenti, che abbiano nelle proprie corde le caratteristiche giuste per esaltare il tipo di gioco che il neo tecnico juventino vorrà mettere in pratica. Del resto passare dal 3-5-2 al 4-3-3 non è soltanto una questione di numeri ma di attitudini tecniche e, in seconda battuta, tattiche.

Al momento, ovvero a poco meno di due mesi dall’inizio del campionato e con l’Europeo appena cominciato - variabile che in ottica mercato ha il suo peso eccome -, il direttore tecnico Cristiano Giuntoli ha già di fatto concluso una operazione e opzionate altre tre. Archiviata la cessione di Kaio Jorge in Brasile per 7 milioni, è pronto l’annuncio del portiere monzese Di Gregorio che avverrà appena Szczesny sarà ceduto all’Al Nassr, e si può considerare in via di perfezionamento anche l’operazione con l’Aston Villa per consegnare a Thiago Motta la mezzala Douglas Luiz per 20 milioni più McKennie e Iling Junior.

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Il punto sul reparto offensivo

Dunque non poco, certo. Ma trattandosi di rivoluzione bianconera servirà ancora molto altro. Soprattutto nella zona calda del campo, quella in cui con la fantasia, la tecnica e l’imprevedibilità si deve cercare di accendere la potenza di fuoco della squadra e nella fattispecie Dusan Vlahovic. Il quadro attuale, infatti, vede due punti interrogativi in due ruoli del tridente a supporto di DV9. Se a sinistra, infatti, con la probabile partenza di Chiesa, il titolare sarà Yildiz e quindi bisognerà individuare il suo sostituto, (può innescarsi l’intreccio con il Borussia Dortmund per Adeyemi coi tedeschi che hanno nel mirino Soulé e Huijsen) mancano gli attori protagonisti nel sottopunta e nell’attaccante di destra. Al momento come sottopunta c’è il solo Miretti mentre a destra ecco Weah, che nella versione così offensiva in Serie A non si è quasi mai visto e potrà essere considerato come l’alternativa a chi verrà scelto come titolare tenendo conto del fatto che Soulè è destinato a essere ceduto. Il quadro, come si può comprendere, prevede dunque l’ingresso di almeno due pedine di prima fascia per garantire alla prossima Juventus la qualità necessaria per far sì che le idee di Thiago Motta si confermino vincenti.

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Prima vendi e poi compri

Prima di entrare nel dettaglio dei possibili volti deputati a occupare le caselle mancanti, va da sè che per riuscire a chiudere un paio di colpi ad alto livello occorrerà prima riuscire a incassare circa 60 milioni per Soulè e Huijsen, i due baby talenti che la Vecchia Signora ha deciso di poter sacrificare per reperire giocatori con maggior esperienza e quindi dall’affidabilità più significativa. Cominciamo dunque dalla punta esterna destra, dove al momento il nome più intrigante è quello di Sancho, inglese del Manchester United di ritorno dal prestito al Borussia Dortmund e che difficilmente resterà con i Red Devils.

Già a gennaio Giuntoli andò molto vicino dall’ottenerlo per sei mesi ma poi la volontà di Allegri di non alterare l’equilibrio di un gruppo che pareva temprato per lottare alla pari con l’Inter per lo scudetto allontanò l’idea. Il giocatore, 24 anni, costa non poco, 35/40 milioni e guadagna molto, 8 milioni più bonus: il colpaccio sarebbe un prestito con parte dell’ingaggio pagato dal club che con la conferma di Ten Hag sulla panchina riduce le possibilità che Sancho possa restare a Manchester. Ma la Vecchia Signora ha monitorati sui propri radar anche altri profili: l’austriaco Wimmer del Wolfsburg, il kosovaro Zgherova del Lille (costi decisamente più in linea con la new age bianconera a partire dal cartellino che si aggira intorno ai 20 milioni) e l’inglese Madueke del Chelsea.

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Samardzic l'alternativa a Koopmeiners

E veniamo così al “sottopunta”, ovvero colui che dovrà abbinare fantasia e dinamismo, tocchi deliziosi e muscoli. Il preferito della lista di Cristiano Giuntoli resta l’atalantino Koopmeiners con il quale si è trovata l’intesa per un quinquennale a 4.5 milioni a stagione, ma occorre trovare l’intesa con l’Atalanta. Servirà tempo anche se il suo forfait all’Europeo per il problema muscolare può accorciare la tempistica. Al momento l’alternativa potrebbe essere Samardzic dell’Udinese che costa molto meno ma non a caso. Prosegue dunque il lavoro al setaccio di Giuntoli che ora può contare anche sul suo braccio destro Giuseppe Pompilio, in attesa che arrivi anche Stefano Stefanelli per ricoprire proprio il ruolo di responsabile dello scouting.

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TORINO - Come tutte le rivoluzioni serve tempo, poiché si deve cambiare molto, anche se non tutto. Con l’arrivo di Thiago Motta al posto di Massimiliano Allegri è atteso un calcio diverso e inevitabilmente deve passare attraverso interpreti differenti, che abbiano nelle proprie corde le caratteristiche giuste per esaltare il tipo di gioco che il neo tecnico juventino vorrà mettere in pratica. Del resto passare dal 3-5-2 al 4-3-3 non è soltanto una questione di numeri ma di attitudini tecniche e, in seconda battuta, tattiche.

Al momento, ovvero a poco meno di due mesi dall’inizio del campionato e con l’Europeo appena cominciato - variabile che in ottica mercato ha il suo peso eccome -, il direttore tecnico Cristiano Giuntoli ha già di fatto concluso una operazione e opzionate altre tre. Archiviata la cessione di Kaio Jorge in Brasile per 7 milioni, è pronto l’annuncio del portiere monzese Di Gregorio che avverrà appena Szczesny sarà ceduto all’Al Nassr, e si può considerare in via di perfezionamento anche l’operazione con l’Aston Villa per consegnare a Thiago Motta la mezzala Douglas Luiz per 20 milioni più McKennie e Iling Junior.

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