L'intervento di Erdogan
E il presidente Recep Tayyip Erdogan l’ha già assolto: "Qualcuno critica il fatto che i tedeschi hanno le aquile sulle loro maglie? O i francesi perché hanno un gallo come simbolo? Merih ha solo mostrato il suo entusiasmo. Il nostro ministero degli Affari Esteri ha convocato i loro funzionari e si stanno prendendo le misure necessarie. Speriamo che l’unica cosa che conta sia uscire dal campo con una vittoria sabato e passare al turno successivo. Se non succede nulla di straordinario, abbiamo deciso di andare a vedere la partita. Sono contento di averlo fatto per indicare l’identità turca – ha rincarato la dose Demiral – . L’ho fatto perché sono fiero di essere turco. Ho visto che i tifosi lo facevano e ho voluto rispondergli".
Mbappé e le elezioni in Francia
Confermando che la neutralità del calcio, dello sport più in generale, non è mai esistita ed è sempre stata usata come un velo per nascondere l’indifendibile. Più volte, in questi anni, i giocatori della nazionale biancorossa hanno esultato a un gol mettendosi sull’attenti. È una dimostrazione di sostegno all’esercito e al governo, che con la minaccia dell’uso della forza costringe gli atleti a schierarsi. Ma quel gesto è anche parte integrante della cultura popolare: una pratica che inizia nelle scuole e viene riprodotta ovunque, anche allo stadio.
Gesti per i quali, al di là dell’Uefa che cerca di correre ai ripari sempre dopo e alle autorità tedesche, non si sono mai registrate alzate di scudi. Quelle che invece arrivano dalla Francia contro Kylian Mbappé, il quale ha, nuovamente, esortato i francesi ad andare a votare per fermare l’estrema destra. "I francesi ne hanno abbastanza di ricevere lezioni di morale e raccomandazioni di voto", ha detto la leader del Rassemblement National Marine Le Pen, facendo il verso del pappagallo a Jordan Bardella che aveva detto le stesse cose più di una settimana fa di fronte alle esortazioni antifasciste dei calciatori neri della nazionale francese.